Ancora uno stop alla volontà del Governo di limitare l'accesso di grandi gruppi nelle farmacie
Stop agli emendamento M5S sulle farmacie. Come avevamo anticipato la scorsa settimana, i penstastellati proponevano che i titolari di farmacia e le società di capitali potevano controllare non più del 5% delle farmacie esistenti su base comunale e comunque non più del 10% delle stesse su base nazionale. L'emendamento avrebbe sostituito i commi 158 e 159 della legge sulla concorrenza 2017.
Tuttavia il testo, a prima firma Giorgio Trizzino (M5S), ha ottenuto il primo giudizio di inammissibilità sui nuovi tetti di proprietà e sulla possibile apertura di "farmacie virtuali" in zone disagiate.
Sulla proprietà delle farmacie, questo sarebbe l'ennesimo stop di una lunga storia di emendamenti iniziata lo scorso dicembre nel corso dell'esame della legge di Bilancio, e proseguita poi con il Decreto semplificazioni, il Decreto fiscale ed il Decreto Calabria. Da sei mesi la maggioranza sta tentando - senza risultati - di rivedere la materia che sembra bloccarsi ad ogni decreto promosso dal Governo. Nella fattispecie, ad esser dichiarati inammissibili stavolta sono stati gli emendamenti 13.010, che, come detto, interviene sulla disciplina concernente la partecipazione societaria nelle farmacie, ed il 13.3, che disciplina la distribuzione dei farmaci attraverso piattaforme elettroniche nelle zone disagiate.
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