Professione
Professione
Canali Minisiti ECM

Aumentano i medici che scelgono di andare all'estero

Professione Redazione DottNet | 29/05/2019 17:41

In Italia si guadagna poco, i concorsi non sono imparziali e non ci sono opportunità di carriera

In alcune regioni sono stati costretti a richiamare i pensionati. Ma nel frattempo ogni anno un migliaio di medici chiedono di essere trasferiti all'estero (e oltre 10mila giovani laureati nelle varie discipline lasciano l'Italia). Una stortura che lascia basiti ma che ha molte spiegazioni: a comincfiare dai guadagni, inferiori ai loro colleghi tedeschi, francesi o spagnoli a parità di incarico: il salario medio lordo in Italia è pari a circa 32.600 euro mentre in Germania sale a 42.300 euro, in Francia a 38.900, in Spagna a 34.300 euro e nel Regno Unito a 38.900. E non solo: spesso anche i più capaci si vedono scavalcati nei concorsi per i posti apicali da figli, nipoti e consanguinei di baroni della medicina e luminari universitari. A cui vanno aggiunti gli appartenenti elle lobby politiche, religiose o altro che hanno ramificazioni in tutti i settori dove agguantano posti di lavoro sfruttando la rete di contatti e conoscenze.

Il report della Commissione Ue non lascia dubbi: i camici bianchi europei che lasciano il loro Paese il 52 per cento è rappresentato da nostri connazionali, seguiti dai tedeschi con il 19 per cento. La regione che ha il picco di "emigranti" è il Veneto con 80 professionisti sui 1.500 che emigrano ogni anno. L’azienda sanitaria di Padova ha fatto sapere che gli Emirati Arabi stanno contattando medici italiani, offrendo dai 14 ai 20 mila euro al mese oltre all’interprete, la casa, la scuola per i figli, e pure l’autista. Dal 2005 al 2015 oltre 10.000 medici hanno scelto di esercitare all’estero e i dati più recenti confermano che all’anno sono circa 1.500 i medici laureati che vanno a lavorare all’estero. Il risultato sarà una cronica carenza di medici: nel 2025 mancheranno nelle corsie degli ospedali oltre 16.000 specialisti.

pubblicità

Secondo l'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e dall’Unione medica euro mediterranea (Umem), soci fondatori del movimento internazionale “Uniti per Unire” i medici che vogliono espatriare puntano anche sull’acquisizione di esperienza e pratica nell’ambito chirurgico, su questioni culturali e religiose, nonché l’interesse scientifico. In particolare ad attirare i nostri professionisti verso l'estero sarebbe l’opportunità di fare ricerca nelle branche di ginecologia, pediatria diabetologia, pneumologia, oculistica, dermatologia e malattie infettive.

Il 65% delle domande arriva da giovani professionisti, il 25% da pensionati, il 15% da medici in attività. Il 5% proviene invece da associazioni e comunità che si occupano di cooperazione. Le mete più richieste risultano essere, per il 25%, Paesi europei (Inghilterra, Belgio, Scozia, Germania). Ma anche, per il 30%, i Paesi Arabi (Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Libano, Tunisia, Egitto, Somalia, Marocco, Palestina, Libia, Sudan, Iraq e Kuwait). Il 15% delle richieste riguarda poi Paesi africani e del Corno d’Africa (Nigeria, Congo, Camerun, Eritrea e Etiopia) e il 10% i Paesi del sud America (Equador, Brasile, Argentina, Messico, Perù e Colombia).

I giovani laureati all'estero

La mobilita' dei giovani laureati italiani, seppur in maniera indiretta, spiega le differenti opportunita' di occupazione qualificata che connotano i territori. Nel 2017 il saldo per l' Italia e' in perdita, sono circa 10.500 i giovani tra i 25 e i 39 anni che hanno trasferito la propria residenza all' estero (-4,1 per mille). Lo rileva l' Istat nell' aggiornamento annuale del sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile dei territori.Considerando anche i flussi interni, oltre a quelli da e per l' estero, il panorama territoriale rimane estremamente polarizzato, con il Mezzogiorno che nello stesso anno vede emigrare in media 23 laureati ogni mille residenti, il Centro dove il saldo e' solo lievemente negativo (-3 per mille) e il Nord che invece registra un saldo positivo (+8 per mille). La penalizzazione dei territori meridionali e' generalizzata ma evidenzia forti differenze. Tutte le province registrano perdite, comprese tra il -9 per mille di L' Aquila e il -59 per mille di Crotone.

Tra i territori del Centro-nord emergono in negativo Imperia (-19), Latina (-18) e Rovigo (-17), e le province di Grosseto, Reggio Emilia e Piacenza, i cui saldi, nel tempo, invertono il segno da positivo a negativo. Tra le citta' metropolitane, nell' ultimo anno solo Bologna (+31,8) e Milano (+32) hanno tassi positivi ed elevati; seguono a distanza Torino (+4,7) e Firenze (+3,8). Per Roma il 2017 si chiude quasi in pareggio (-0,7) mentre tutte le altre citta' metropolitane registrano perdite di varia entita', piu' contenute per Cagliari, Genova e Venezia, piu' consistenti negli altri casi (Reggio Calabria -42 per mille).Se letto in serie storica, l' indicatore di mobilita' dei giovani laureati evidenzia saldi negativi diffusi in buona parte del Paese e indica nelle province di Latina, Verbano-Cusio-Ossola e Vicenza i territori che hanno subito le perdite maggiori in termini di capitale umano tra il 2011 e il 2017. Nello stesso periodo la Lombardia e l' Emilia-Romagna si confermano tra le regioni piu' attrattive: in particolare Milano, Bologna e Padova mantengono valori positivi per tutto il periodo

Gli addetti nelle imprese culturali rappresentano un sottoinsieme dell' occupazione culturale complessiva, che include i lavori svolti in altri settori dell' economia privata e nei settori pubblici e non profit . Considerando i soli lavoratori (dipendenti e indipendenti) nelle imprese attive in questi settori, nel 2016 si contano in Italia oltre 250mila addetti, l' 1,4% degli addetti totali nelle imprese. Questo valore medio, in lieve declino a partire dal 2008, mostra dinamiche territoriali piuttosto diversificate. Al Nord i valori dell' indicatore, ancorche' bassi, delineano una relativa stabilita' dell' occupazione culturale (intorno all' 1,5% per tutto il periodo), nel Mezzogiorno sono in costante declino (dall' 1,2% del 2008 all' 1,0% del 2016) mentre il centro Italia e' la ripartizione trainante malgrado un leggero calo nell' ultimo anno (1,8%). Tra le citta' metropolitane spiccano Milano e Roma, con un valore prossimo al 3% nel 2016, seguite da Palermo, Firenze e Venezia (intorno al 2%).

Commenti

I Correlati

Aumenteranno le ore, dalle attuali 3 alle future 6. Gli studi dovranno essere più facilmente fruibili, non trovarsi a un terzo piano senza ascensore ma fronte strada per essere raggiungibili da tutti

L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 13/E del 4 marzo 2024, ha fornito una serie di chiarimenti sul termine di presentazione, da parte dei sostituti d’imposta, delle Certificazioni Uniche

La sentenza ha confermato la sussistenza del nesso di causalità tra i farmaci somministrati dall’imputato e le lesioni subite dalla paziente

Gli ospedali potranno aumentare i dipendenti. Salta anche il tetto per il tempo determinato, più facile l'ingresso per gli specializzandi

Ti potrebbero interessare

L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 13/E del 4 marzo 2024, ha fornito una serie di chiarimenti sul termine di presentazione, da parte dei sostituti d’imposta, delle Certificazioni Uniche

La sentenza ha confermato la sussistenza del nesso di causalità tra i farmaci somministrati dall’imputato e le lesioni subite dalla paziente

Gli ospedali potranno aumentare i dipendenti. Salta anche il tetto per il tempo determinato, più facile l'ingresso per gli specializzandi

Il Consiglio di Stato, con un’ordinanza cautelare, ha sospeso l'efficacia della sentenza del Tar Lazio con la quale erano stati bocciati i Tolc e bloccato lo scorrimento delle graduatorie. Salvi i quartini