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Il futuro dell'oncologia è nei big data e nelle terapie bersaglio

Oncologia Redazione DottNet | 06/06/2019 15:15

Il presidente degli oncologi Usa: bisogna ripensare il modo di fare ricerca

Puntare sui Big data, con banche dati interconnesse tra loro e che 'parlino' lo stesso linguaggio per la raccolta di milioni di informazioni preziose. E poi, un approccio di Medicina di precisione o 'a bersaglio' che cambia radicalmente la prospettiva, poiché non mira a curare il tumore a seconda dell'organo di insorgenza ma a colpire la mutazione genica che spesso lo caratterizza in uno specifico paziente. L'oncologia sta cambiando e deve prendere una nuova strada, secondo queste linee maestre, per affrontare le sfide future. Ad indicare il necessario 'cambio di paradigma' è la presidente della Società americana di oncologia clinica (Asco) Monica Bertagnolli che, a conclusione del congresso Asco -il maggiore appuntamento del settore che per l'edizione 2019 ha registrato la partecipazione di circa 40mila specialisti da tutto il mondo - traccia all'ANSA il nuovo volto della ricerca oncologica per i prossimi anni.

La prima grande sfida, spiega Bertagnolli, è rappresentata proprio dai big data: "Più conoscenze abbiamo, più possiamo prendere le migliori decisioni terapeutiche per i pazienti. Oggi, però, molte categorie non sono ancora ben rappresentate nell'ambito delle sperimentazioni cliniche, a partire da anziani, minoranze e bambini, e questo vuol dire che di questi pazienti sappiamo meno. Gli studi scientifici ci forniscono dati, ma su quote limitate di pazienti. Aprire dunque l'oncologia ai big data è fondamentale e può rappresentare una svolta". Un cambiamento non da poco per la ricerca oncologica: "Ci vuole un modo nuovo di intendere la 'evidence based medicine', ovvero la medicina basata sulle evidenze scientifiche. Non più, cioè - afferma la presidente degli oncologi Usa - solo sperimentazioni cliniche, ma una sempre più ampia considerazione dei big data che vengono dal mondo reale". Un approccio ribattezzato, appunto, come 'real world medicine' (medicina dal mondo reale) , del quale si è discusso ampiamente a questa 55/ma edizione del congresso Asco.

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Sappiamo ormai, sottolinea, "che non esiste 'il' cancro, ma tantissimi tipi di cancro. Per questo è necessaria un'enorme mole di informazioni dai pazienti reali che solo un sistema di big data può fornire". Ecco perché "oggi parliamo di Medicina di precisione, che sarà quella sempre più emergente nel futuro: bisogna colpire il tumore andando ad agire sul suo tallone d'Achille, ovvero la mutazione genetica che ne è alla base. Ma le mutazioni possono essere tante e diverse, e per questo ci servono dati. Molti più di quelli che le sperimentazioni cliniche possono fornirci". Il problema è, però, come raccoglierli e, soprattutto, come renderli standardizzati perché possano avere un'interpretazione universale. A questo sta lavorando l'Asco che, assieme ad altri enti ed imprese tecnologiche, ha creato la piattaforma di dati mCODE ad accesso libero, presentata al congresso, che raccoglie i dati di migliaia di pazienti oncologici secondo standard e linguaggi comuni. Insomma, dati dal 'real world' ai quali si affiancherà anche sempre di più l'utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale per aiutare gli oncologi nella definizione della migliore terapia per il singolo paziente. Il mondo dell'oncologia si apre dunque ad una 'rivoluzione', ma alla base di tutto, conclude Bertagnolli, "deve sempre esserci il malato, ed il nostro motto deve essere, oggi e domani, 'imparare da ogni paziente'".

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