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Federanziani: limitare la rimborsabilità della vitamina D

Farmaci Redazione DottNet | 31/07/2019 12:27

Messina: "Occorre definire precisi criteri per individuare gli aventi diritto, considerato che tale prodotto pesa 280 milioni di euro l' anno sulla spesa farmaceutica"

"Sulla vitamina D chiediamo ad Aifa l' istituzione di un tavolo di confronto urgente, che coinvolga le società scientifiche e i pazienti, al fine di concordare una nota limitativa e condivisa sulla rimborsabilità della vitamina D, definendo precisi criteri per individuare gli aventi diritto, considerato che tale prodotto pesa 280 milioni di euro l' anno sulla spesa farmaceutica". Così il presidente di Senior Italia Roberto Messina al termine dell' incontro che si è tenuto oggi alla Commissione Igiene e Sanità del Senato. La comunità medico scientifica - ricorda Senior Italia in una nota - si è riunita su iniziativa del presidente della Commissione Pierpaolo Sileri per rispondere alla preoccupazione espressa nei giorni scorsi da Senior Italia FederAnziani in merito a quanto emerso in occasione della presentazione dei dati OsMed all' Agenzia italiana del farmaco (Aifa) avvenuta nei giorni scorsi, e in particolare riguardo alcune dichiarazioni sulla presunta inefficacia dei farmaci anti-ipertensivi in caso di ipertensione lieve e della vitamina D per la fragilità ossea".

"Siamo soddisfatti - aggiunge Messina - della risposta della comunità scientifica che di fronte al nostro allarme ha ribadito l' efficacia delle terapie, in particolar modo di quelle anti-ipertensive, fornendo un orientamento univoco in merito all' importanza dell' aderenza alla terapia e della persistenza laddove il medico abbia prescritto dei trattamenti. E' stato importante sentire ribadire l' importanza dell' efficacia dei farmaci che ci vengono prescritti dai medici, dell' alleanza terapeutica medico-paziente e dell' autonomia prescrittiva del medico, unico conoscitore delle condizioni cliniche dei pazienti. Dall' incontro emerge l' importanza di un dialogo sempre più stretto tra società medico-scientifiche, organizzazioni dei medici, pazienti e istituzioni alfine di lavorare in modo sinergico e comunicare efficacemente nei confronti dei cittadini".

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"Per quanto attiene la spesa farmaceutica pubblica per farmaci antineoplastici e immunomodulatori che nel Rapporto Osmed è stata stimata in circa 5,7 miliardi di euro, rivelandosi la prima categoria di spesa - prosegue Messina - è stata affermata la grande rilevanza e il contributo che i farmaci oncologici hanno dato nel corso degli ultimi anni al significativo aumento dei tassi di sopravvivenza registrato in diverse neoplasie". "In merito al mercato degli equivalenti, infine, premesso che siamo da sempre favorevoli all' utilizzo degli stessi, occorre ribadire e ben precisare che la scelta va fatta dal medico in scienza e coscienza, tanto più che per i farmaci a brevetto scaduto rimborsati dallo Stato non c' è nessun aggravio di costo per l' Ssn nella scelta dell' originator in luogo del corrispondente equivalente, al contrario di quanto ci sentiamo ripetere da più fonti con messaggi non corretti secondo i quali se tutti assumessimo farmaci equivalenti faremmo risparmiare Stato e collettività. Per quanto concerne il cittadino, d' altro canto, va salvaguardata e rispettata la sua autonomia di scelta. Il paziente va correttamente informato da parte del medico e rispettato sia che scelga di utilizzare un farmaco branded o equivalente", conclude. 

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