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Troppi sms e messaggi whatsapp: a Rovigo e Padova protesta il sindacato

Professione Redazione DottNet | 31/08/2019 17:53

Cisl: occorre un regolamento per definire le modalità e tempistiche dei moderni strumenti di comunicazione

Stop a sms e whatsapp per disposizioni di servizio comunicate al personale a tutte le ore del giorno, serali e festive comprese. A Padova e Rovigo scende in campo il sindacato per arginare un fenomeno che entra  nella vita personale dei professionisti sanitari pregiudicando i principi base della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Per questo motivo la CISL ha scritto alle Amministrazioni attraverso tutti i Direttori e i coordinatori a utilizzare per le comunicazioni e gli “ordini di servizio” gli strumenti e gli ambiti istituzionali e ha chiesto di approvare un regolamento per definire le modalità e tempistiche  dei moderni strumenti di comunicazione.

“Abbiamo ricevuto parecchie segnalazioni da parte dei lavoratori di casi in cui sono stati richiamati in servizio con un semplice messaggio WhatsApp, senza avere una risposta di conferma e considerando la doppia spunta verde sulla chat come convalida” – affermaFabio Turato responsabile della Sanità Pubblica per la CISL FP di Padova e Rovigo –.

Quindi il fatto di aver inavvertitamente aperto il messaggio equivale all’aver ricevuto un ordine di servizio? Sarà mica un modo, questo, per avere personale reperibile a portata di messaggio e soprattutto a titolo gratuito? I lavoratori non sono perciò più liberi di avere, vivere e magari di pianificare la propria vita privata? Il professionista può e deve scegliere se lasciare a disposizione dell’amministrazione o del caposala il proprio numero di cellulare, e quale utilizzo venga fatto dello stesso per non essere reperibile a vita”.

E’ fondamentale per questo – aggiunge Turato – definire delle regole condivise per evitare spiacevoli contenziosi e dare certezza a prescrizioni che incidono direttamente sulla salute dei pazienti e sulla sicurezza dei lavoratori. Pensiamo a tutta la grande questione dei dati sensibili che per facilità e rapidità ( spesso per superficialità) vengono condivisi sulle chat di whatsapp e messi in rete senza più nessun controllo”.

“Bisogna approfondire il fenomeno - sottolinea Achille Pagliaro, segretario dell’Azienda ospedaliera di Padova- e bloccare l’utilizzo improprio dei social da parte delle amministrazioni. L’abuso costante di questi nuovi mezzi di comunicazione, associati al timore dei singoli lavoratori di ignorare queste chiamate, porta ulteriori stress per i turni extra assegnati con modalità assolutamente coercitive che danno la sensazione di non aver alcuna libertà individuale, anche al di fuori della vita lavorativa”.

“Bisogna assolutamente fermare questo loop pericoloso – incalza Carlo Cogo, responsabile dell’ULSS 5 Polesana – che coinvolge i lavoratori e che nel tempo potrebbe avere conseguenze sul loro stato di salute psico-fisico, pertanto la CISL è pronta a mettere in atto tutte le iniziative a tutela dei lavoratori, anche legali, affinché si ritorni ad un corretto utilizzo dei mezzi istituzionali preposti a questo tipo di servizio”.

Salvatore Del Colle, responsabile dello IOV non ha dubbi: “non bisogna mai dimenticare che tali strumenti non possono sostituirsi totalmente ai comuni sistemi di comunicazione istituzionali. Premesso questo, non bisogna sottovalutare le potenzialità di questi nuovi strumenti digitali che con il dovuto approccio possono portare anche a semplificare alcuni processi organizzativi. Regolamentare questi strumenti è un obbligo dell’Amministrazione, e la CISL si batterà perchè questo avvenga in tempi brevi, a tutela della vita privata dei lavoratori che non può essere organizzata in attesa della notifica dei messaggi sul cellulare!.

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