"Chi aggredisce un medico ferisce tutti noi. Chiudiamo questa ferita per sempre"
"E poi, la vita chi te la salva?". E' questa la domanda posta ai cittadini pugliesi dai cartelloni pubblicitari affissi da oggi nelle strade del capoluogo per la nuova campagna dedicata al tema della violenza contro gli operatori sanitari, promossa dall' Ordine dei medici di Bari con il patrocinio di Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici). "Chi aggredisce un medico ferisce tutti noi. Chiudiamo questa ferita per sempre", recita il copy della campagna, in cui campeggiano in primo piano i volti di tre pazienti, una donna, un uomo e un ragazzo. La ferita sociale è quella delle aggressioni.
Un tema - ricorda una nota - su cui l' Ordine insiste da anni e a cui il 13 settembre dedicherà l' annuale Giornata sulla violenza in onore di Paola Labriola, la psichiatra uccisa da un paziente nel 2013.
Secondo un recente sondaggio Anaao Assomed, il 65% dei medici dice di essere stato vittima di aggressioni, il 66% ha subito aggressioni verbali, il 33% ha subito aggressioni fisiche. La percentuale di chi è stato aggredito sale all' 80% per i medici in servizio nei Pronto soccorso e al 118. a violenza è un problema che condiziona sempre di più l' attività di medici, infermieri e operatori sanitari. "Servono misure per garantire ai cittadini il diritto alle cure e al medico il diritto di curare in sicurezza. Spero che il nuovo governo vari al più presto un progetto di legge capace di prevenire le aggressioni aumentando le pene, introducendo la procedibilità d' ufficio, mettendo in sicurezza le sedi e prevedendo presidi di polizia nei pronto soccorso", dichiara Filippo Anelli, presidente Fnomceo e Omceo Bari.
"Serve però anche - aggiunge - una nuova cultura, che ricostruisca il rapporto di fiducia tra medico e paziente e che valorizzi il lavoro dei medici. Per questo la campagna di comunicazione dell' Ordine sottolinea come il lavoro dei medici salvi migliaia di vite. E' bene che i cittadini comprendano come sono proprio gli operatori sanitari che continuano, tra mille difficoltà, a far funzionare il sistema sanitario grazie alla loro dedizione e professionalità".
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