In corso sperimentazione su pazienti, primi risultati nel 2020
Un nuovo farmaco in via di sviluppo e - attualmente in fase II di sperimentazione clinica - potrebbe aiutare a combattere l'Alzheimer e altre malattie neurologiche, attivando dei meccanismi naturali di protezione del cervello e migliorando la memoria. È la promessa che arriva da uno studio condotto tra Università di Buffalo e l'azienda Tetra Therapeutics che sta attualmente testando il farmaco su 255 pazienti con Alzheimer in fase precoce in una sperimentazione che darà i primi risultati a metà del prossimo anno. La ricerca, pubblicata sul Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics, ha contribuito a svelare il meccanismo d'azione di questo farmaco sperimentale: la molecola, BPN14770, attiva dei meccanismi di protezione del cervello contro la tossicità operata dalla proteina 'beta-amiloide' (che si accumula nel cervello dei pazienti con Alzheimer) e altri processi neurodegenerativi. In particolare gli scienziati hanno visto (studiando il farmaco su topolini) che BPN14770 blocca un enzima (PDE4D) che può disturbare i processi di apprendimento e memorizzazione. Bloccando PDE4D, il farmaco 'libera' un'altra molecola, l'AMP-ciclico, che è già nota per essere capace di migliorare la memoria. "La nostra nuova ricerca suggerisce che BPN14770 potrebbe essere capace di attivare diversi meccanismi biologici che proteggono il cervello da deficit di memoria, danni alle cellule nervose e disfunzioni biochimiche", concludono gli autori del lavoro.
fonte: Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics
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