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Influenza, superato un milione e mezzo di casi in Italia

Infettivologia Redazione DottNet | 02/01/2020 18:24

Ha colpito soprattutto bambini, le feste hanno rallentato l'epidemia

Durante la settimana di Natale l'influenza ha costretto a letto 225.000 italiani, soprattutto bambini sotto i 5 anni. Un numero in lieve calo dovuto alla chiusura delle scuole per le festività, ma che porta il totale dei casi a oltre un milione e mezzo. Dal 23 al 29 dicembre, come riporta il bollettino di sorveglianza epidemiologica Influnet dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), l'incidenza è stata pari a 3,7 casi per mille assistiti, a fronte dei circa 4 per mille registrati della settimana precedente. Una lieve diminuzione "dovuta probabilmente alla chiusura, durante le festività natalizie, delle scuole", luogo dove i contagi si diffondono facilmente. La Provincia Autonoma di Trento, Marche e Campania sono state le Regioni più colpite.

L'aumento dei casi di influenza è legato spesso a un aumento degli accessi al Pronto Soccorso. "Per ora tuttavia, tranne alcune eccezioni non si sono verificate particolari situazioni di criticità", spiega all'ANSA Salvatore Manca, presidente della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu). "Ci attendiamo - aggiunge - maggiori difficoltà dopo metà gennaio, il momento in cui dovrebbe arrivare il picco dei contagi. Ricordiamo, pertanto, che è sconsigliato andare al Pronto Soccorso per una febbre a 39-40 gradi, se non associata a gravi difficoltà respiratorie".    Di pari passo con i contagi crescono anche i casi gravi, ovvero caratterizzati da complicanze che hanno reso necessario il ricovero in terapia intensiva. Secondo il bollettino FluNews Italia, fino al 22 dicembre se ne contavano 8, quasi tutti con malattie croniche preesistenti. Di questi, 3 sono deceduti. C'è, in particolare, "un rapporto stretto e poco noto nella popolazione tra influenza e malattie del cuore", osserva Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cariologia (Sic).

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   "L'influenza - precisa - può scatenare un infarto del miocardio, sia perché rappresenta uno stress per il cuore che deve lavorare di più per far arrivare sangue nei polmoni, sia perché aumenta l'infiammazione scatenando una serie di eventi che possono portare all'occlusione di una coronaria". Per questo, il Ministero della Salute consiglia la vaccinazione in tutti i soggetti sopra i 65 anni o con malattie come asma e cardiopatie.   "In Italia viene effettuata dal 53% delle persone che dovrebbero farlo, siamo indietro rispetto al target minimo del 65%. Il vaccino non solo è sicuro, ma la vaccinazione, come ha dimostrato uno studio su Lancet nel 2018, riduce del 24% la mortalità cardiovascolare nei pazienti con malattia ischemica cardiaca". In pratica, conclude, "ha un effetto paragonabile a quello che si ottiene dallo smettere di fumare". 

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