Il tasso di burnout riscontrato è del 39%, mentre tra i millennials, che hanno fra 25 e 39 anni, è del 38%
Sono i medici della cosiddetta 'generazione X', quelli che hanno fra 40 e 54 anni, a correre un rischio maggiore di avere un esaurimento a causa del lavoro. Lo rileva il rapporto annuale sul fenomeno del burnout del sito Medscape, secondo cui in questa fascia d'età il 48% dei professionisti intervistati soffre o ha sofferto del problema. Il rapporto si basa su questionari compilati da oltre 15mila medici di 29 specialità diverse. Fra i baby boomers, ossia coloro che hannoi tra 55 e 73 anni, il tasso di burnout riscontrato è del 39%, mentre tra i millennials, che hanno fra 25 e 39 anni, è del 38%.
In generale il fenomeno è risultato in calo del 2% rispetto allo scorso anno ed è maggiore tra le donne. Le specialità più a rischio sono risultate essere urologia e neurologia (54% e 50% rispettivamente), mentre igiene e medicina preventiva e oftalmologia quelle più tranquille, nonostante si registri una percentuale di burnout del 29% e del 30%. "Metà carriera è tipicamente il momento di maggior burnout, anche per il fatto - commenta Carol Bernstein, del Montefiore Medical Center di New York - che in questo periodo si devono gestire molti altri ruoli al di fuori del lavoro, molti si devono occupare dei figli, ma anche allo stesso tempo dei genitori che invecchiano".
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
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