Per gli esperti occorre trattare diversamente chi ha anche un rischio cardiaco
Almeno il 25% dei pazienti con Covid-19 ricoverati nei reparti di Medicina Interna è affetto da diabete, e gran parte di loro presenta concomitanti patologie cardiovascolari. A rilevarlo è un'indagine condotta a livello nazionale dalla Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri. Le persone con diabete manifestano inoltre una prognosi peggiore, soprattutto se sono presenti un'alterazione del controllo glicemico e concomitanti disturbi cardiovascolari. Questi pazienti devono essere trattati con attenzione e in modo diverso da quelli senza fattori di rischio cardio-metabolico. È quanto emerge dal lavoro del Gruppo di Studio sul Diabete e le Malattie Cardiovascolari dell'European Association for the Study of Diabetes, coordinato da Antonio Ceriello, dell'IRCCS MultiMedica di Milano e componente del panel di esperti sul diabete della Fadoi.
"Il diabete - afferma Dario Manfellotto (nella foto), Presidente Fadoi - è accompagnato da un'alta incidenza di malattie cardiovascolari e la missione del Gruppo di Studio, è promuovere, a livello europeo, il progresso delle conoscenze su tutti gli aspetti delle complicanze cardiovascolari". Gli esperti hanno esaminato i recenti dati relativi al trattamento di Covid-19 nelle persone con diabete, con o senza malattie cardiovascolari preesistenti, sia durante il ricovero in area medica sia durante l'eventuale degenza in Terapia Intensiva, e hanno elaborato alcune raccomandazioni cliniche, riassunte sotto forma di flow chart. "Questa flow-chart - afferma Andrea Fontanella presidente di Fondazione FADOI-, indica in estrema sintesi come, al momento del ricovero ospedaliero per COVID-19 del paziente diabetico, vada innanzitutto stratificato il rischio cardiovascolare. Quindi cosa è indispensabile verificare nei pazienti diabetici ad alto rischio e in questi ultimi determinare gli indicatori del rischio".
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