Canali Minisiti ECM

Contro la demenza occorre un'intensa vita sociale

Neurologia Redazione DottNet | 19/10/2020 14:29

Il cervello degli anziani socialmente attivi è più sano dei coetanei soli

Un giorno i medici, oltre ai farmaci, potrebbero dare ai propri pazienti anziani una prescrizione per la socializzazione, come terapia per tenere a bada la demenza.  Infatti, uno studio condotto presso l'Università di Pittsburgh mostra che il cervello di anziani con abituali rapporti sociali si presenta - specie in aree chiave legate alla demenza - in migliori condizioni di salute rispetto al cervello dei coetanei più isolati socialmente.  Lo studio. pubblicato sul Journal of Gerontology: Psychological Sciences, è stato condotto su 293 anziani 83enni il cui cervello è stato monitorato con una speciale risonanza magnetica ultra-sensibile; gli anziani sono stati valutati con un questionario ad hoc per quantificare il loro livello di socializzazione. È emerso che gli anziani che socializzavano di più avevano un cervello più in salute dei coetanei isolati, anche in aree chiave note per essere coinvolte nella demenza; la socializzazione si associa a maggior volume di materia grigia e maggiore integrità dei neuroni. "I nostri dati sono stati raccolti prima della pandemia di COVID-19 - spiega l'autrice principale Cynthia Felix - ma credo che siano particolarmente importanti proprio ora, perché l'isolamento sociale negli anziani potrebbe renderli vulnerabili alla demenza e ad altre condizioni simili". "Gli anziani - continua - dovrebbero sapere che è importante per la salute del loro cervello continuare a socializzare anche durante la pandemia, pur ovviamente in condizioni di sicurezza", con le giuste precauzioni. "Serve più ricerca su questo fronte - sottolinea l'esperta - ma la bellezza di questi risultati è che la socializzazione non costa praticamente nulla, ed è priva di effetti collaterali. "Non c'è cura per la demenza che ha costi sociali e sanitari altissimi - conclude - perciò prevenirla deve essere lo scopo principe".

pubblicità

fonte: Journal of Gerontology: Psychological Sciences

Commenti

I Correlati

Lavoro del team di ricerca del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino

Il 30-40% delle persone con Epilessia non raggiunge il controllo ottimale della malattia

Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Ti potrebbero interessare

Lavoro del team di ricerca del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino

Il 30-40% delle persone con Epilessia non raggiunge il controllo ottimale della malattia

Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Ultime News

Il professionista ha la possibilità di confrontare i dati in suo possesso con quelli acquisiti dall’Agenzia delle Entrate, visionando la propria dichiarazione precompilata, che sarà disponibile a partire dal prossimo 30 aprile

"Le farmacie rappresentano sempre più un punto di riferimento per la collettività e per il servizio sanitario nazionale costituendo spesso il presidio sanitario più prossimo per i cittadini"

Laiga: "Se si vuole dare un concreto aiuto alla maternità dopo la nascita, sarebbe più sensato investire tali soldi per rimediare ai gravi tagli al personale sanitario degli ultimi anni"

L’infezione prolungata ha portato all’emergere di una nuova variante immuno-evasiva a causa dell’ampia evoluzione all’interno dell’ospite. Il paziente è poi deceduto