L'87% dei cittadini ha elevata fiducia nei medici per le loro competenze e professionalità, per il 74,2% non dovrebbero essere obbligati a dedicare troppo tempo ad aspetti burocratici
E' stato presentato il rapporto “Il valore dei manager per tornare a crescere nel benessere. Perché con più manager la PA sarebbe subito pronta per la buona gestione dei fondi NGEU e non solo” in occasione dell’assemblea annuale della Confederazione Italiana dei Dirigenti e delle Alte Professionalità. "L’alto livello di fiducia dei cittadini verso i medici e la necessità di rimettere la loro professionalità al centro della nuova sanità post-Covid vengono certificati dallo studio Cida-Censis, con numeri lampanti, che dimostrano quale “tesoro reputazionale” rappresentino i medici all’interno della PA e quale valore possano esprimere per la società se liberati da sovraccarichi burocratici e dalla “aggressione continua” alla loro competenza professionale".
Secondo lo studio l’87% dei cittadini ha elevata fiducia nei medici per le loro competenze e professionalità, per il 74,2% non dovrebbero essere obbligati a dedicare troppo tempo ad aspetti burocratici e per il 91,4% deve essere ben conservato il rapporto diretto medico-paziente. Ma a fronte dell’alta reputazione e del valore sociale riconosciuto ai medici, negli anni ha fatto eco un basso riconoscimento sul fronte delle retribuzioni, più basse rispetto ai colleghi di altri Paesi europei; oltre a una serie di evidenze che negli ultimi decenni hanno continuato a negare il valore sociale dei medici nel Servizio Sanitario.
E, come conclude l’analisi della Confederazione e del Censis, “Il Servizio sanitario è l’emblema del pubblico fragilizzato e ora gli italiani si attendono che i medici, veri garanti del primato della salute, si vedano riconosciuta una nuova centralità, affinché mai più nel Servizio Sanitario prevalgano logiche ragionieristiche o extra sanitarie. La professione medica è ad alto valore sociale ed è urgente dare a questo piena espressione anche nel Servizio sanitario, riconoscendo ai gli opportuni ruoli direttivi e relativi riconoscimenti economici”. “Probabilmente i cittadini – rispondendo a una indagine di alto profilo - vedono più lucidamente della politica cosa sia necessario e in quale direzione andare per una ripresa che passi attraverso la valorizzazione delle competenze e capacità specifiche”, aggiunge Guido Quici.
"L’analisi del Censis rimette finalmente in chiaro quale sia il “capitale”, l’inestimabile “valore aggiunto” che quotidianamente, e non solo durante la pandemia, il medico del Ssn rappresenta nel Paese. In particolare, è necessario ricordare che le competenze non solo non si improvvisano ma che dare loro il giusto spazio e il giusto riconoscimento non può che fare da traino alla crescita e a corretti investimenti di risorse europee, di cui la sanità deve rappresentare un capitolo imprescindibile per la coesione sociale e il benessere. Un ragionamento ben diverso da quello cui abbiamo assistito nelle decisioni più recenti, non ultima quella di attribuire ad altre professioni capacità e mansioni che sono proprie dei medici, senza peraltro tener conto dei rischi per la salute dei pazienti. La conferma della linea da seguire è nell’altissima percentuale di cittadini che richiedono di conservare il rapporto diretto tra medico e paziente”, conclude il Presidente di Cimo-Fesmed.
Occhi puntati anche alla Legge di Bilancio. Senza risorse centralità e attrattività della medicina territoriale resterebbero solo sulla carta
Con meno fondi disponibili, le risorse per la valorizzazione del personale sanitario – un punto cruciale per contrastare l’emorragia di medici e infermieri verso il settore privato o l’estero – verranno necessariamente ridotte
All’Università Campus Bio-Medico di Roma l’evento accademico nazionale dopo il Memorandum MUR–CRUI–Farmindustria
Anelli (Fnomceo): sia una svolta per la sanità e per i professionisti. Di Silverio (Anaao): Siamo a un bivio, o si investe sull'Ssn o si chiude
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
Commenti