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Studio del Gaslini: raddoppiati i casi di chetoacidosi da inizio pandemia

Diabetologia Redazione DottNet | 06/05/2021 12:22

“Questi sintomi normalmente insorgono nel giro di poche settimane e, se non ravvisati per tempo, possono condurre a uno scompenso generale"

Da un’analisi dei dati dei pazienti pediatrici con Diabete Mellito tipo 1 diagnosticato presso il Centro Regionale di Riferimento di Diabetologia Pediatrica afferente all’Istituto Giannina Gaslini - dall’inizio della pandemia ad oggi - è stato riscontrato un drastico aumento dei casi con chetoacidosi, che sono più che raddoppiati e, dato ancora più drammatico, sono raddoppiati i casi gravissimi, con grande rischio per la vita. La chetoacidosi diabetica è la modalità più grave di esordio clinico di DM1 che può condurre al coma e, in casi estremi, alla morte. Nessun decesso è stato registrato, per fortuna e grazie alle pronte cure somministrate.

“Siamo consapevoli che la pandemia ha concentrato molte energie in campo sanitario verso il contenimento del Coronavirus, e le misure di prevenzione del contagio hanno determinato una riduzione degli accessi sia al Pronto Soccorso che ai pediatri di libera scelta, ma alla luce di quanto osservato è indispensabile richiamare l’attenzione delle famiglie e dei sanitari sui sintomi indicati, al fine di evitare ritardi diagnostici e aggravamento delle condizioni cliniche dei bambini” spiega il professor Mohamad Maghnie, direttore U.O.C. Clinica Pediatrica, Endocrinologia dell’ospedale G. Gaslini.

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Il Diabete Mellito tipo 1 (DM1) è una patologia autoimmune propria dell‘età pediatrica che necessita di terapia insulinica sostitutiva. L’esordio clinico del DM1 è preceduto da una sintomatologia tipica: poliuria (aumento della produzione di urina), polidipsia (aumento della sete) e calo ponderale. “Questi sintomi normalmente insorgono nel giro di poche settimane e, se non ravvisati per tempo, possono condurre a uno scompenso generale: la chetoacidosi diabetica. Si tratta della modalità più grave di esordio clinico di DM1 che può condurre al coma e, in casi estremi, alla morte. In corso di chetoacidosi diabetica possono comparire anche altri sintomi generalmente ingannevoli, quali difficoltà respiratoria, dolori addominali e vomito e, nella bambina, vaginite”, prosegue Giuseppe D’Annunzio direttore del Centro Regionale di Riferimento di Diabetologia Pediatrica afferente all’Istituto Giannina Gaslini che aggiunge: “È pertanto indispensabile riconoscere i segni e sintomi per poter effettuare una diagnosi precoce evitando il quadro più grave di chetoacidosi e dei rischi di complicanze e di sopravvivenza”.

“Presso il Centro Regionale di Riferimento di Diabetologia Pediatrica afferente all’Istituto Giannina Gaslini vengono seguiti circa 600 pazienti in età pediatrica/adolescenziale affetti da DM1; ogni anno in Liguria sono registrati circa 30 nuovi casi di cui mediamente meno di un terzo in chetoacidosi. Inoltre l’età d’esordio si è modificata con gli anni con un diabete di tipo I che colpisce lattanti e la prima infanzia”, spiega Nicola Minuto, coordinatore dell’attività Day Hospital del Centro Regionale di Riferimento di Diabetologia Pediatrica afferente all’Istituto Giannina Gaslini. “È fondamentale che le famiglie non sottovalutino segni che sembrano quelli di una gastrite o simil-influenzali e che segnalino al medico la comparsa di eventuali sintomi evocativi di diabete. La diagnosi precoce del diabete previene situazioni potenzialmente molto gravi e rischiose per i bambini che presentano questi sintomi” conclude D’Annunzio.

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