Anelli: "Ecco perché non riusciamo a radiare i medici no vax. Ci proviamo, ma loro fanno ricorso e la sanzione si sospende, non diventa mai effettiva"
Il Governo scende in campo e dichiara guerra ai medici no vax. E lo fa con due proposte, una organizzative con la nomina della nuova Commissione esercenti le professioni sanitarie e l'altra normativa che impone il vaccino a chi intende iscriversi all'Ordine. Ma andiamo per ordine: nei giorni il presidente Fnomceo Filippo Anelli aveva dichiarato all'Huffington Post: «La quota di medici no vax “duri e puri” esiste ma è residua, parliamo di circa lo 0,1-0,2%. E l'assurdo è che non riusciamo a radiarli, neanche quelli che fanno propaganda contro i vaccini. Ci proviamo, ma loro fanno ricorso e la sanzione si sospende, non diventa mai effettiva», perché a bloccare il procedimento è un problema burocratico. La Commissione chiamata a esaminare il ricorso e decidere sulla radiazione proposta dall'Ordine dei medici competente «è scaduta nel 2020».
L’organo citato dal leader dell'Ordine è la Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, un organo di giurisdizione speciale istituito presso il ministero della Salute - si spiega - i cui componenti, medici e magistrati, vengono scelti dal ministero della Salute e dal ministero della Giustizia e poi nominati con decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Ed è qui il cuore del problema: essendo scaduta la commissione, i procedimenti restano sospesi in una sorta di limbo. «Abbiamo provato a far pressioni su questo interpellando sia il ministro della Salute Speranza che quello della Giustizia Cartabia», riferisce il presidente Fnomceo.
Il Governo sta valutando le due strade che dovrebbero essere intraprese. La prima, ormai certa, riguarda la nomina a stretto giro della nuova Commissione centrale esercenti le professioni sanitarie ormai vacante da troppi mesi. Si tratta della Commissione preposta all’esame dei ricorsi presentati dai professionisti sanitari contro i provvedimenti dei rispettivi Ordini in determinate materie.
Ma ci sarebbe in cantiere anche una soluzione normativa attraverso un emendamento che propone, ai fini dell’iscrizione al rispettivo albo professionale, l'obbligo da parte del professionista sanitario di presentare all’atto dell’iscrizione le certificazioni verdi Covid che attestino l’avvenuta vaccinazione, la guarigione o l’esito di test negativi al Covid. E, inoltre, il mancato allontanamento dal luogo di lavoro di personale sanitario non vaccinato sarebbe valutato nei procedimenti di verifica dell’operato del direttore generale. Conferme sul punto sono attese nei prossimi giorni. Quella che sembra ormai certa è però la volontà del Governo di prendere posizione nei confronti di quella quotidiana campagna di disinformazione no vax troppo spesso portata avanti anche da personale sanitario.
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
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