E' un vademecum di regole generali messe a punto dal direttore dell'unità risk management e biosicurezza per insegnare ai medici come difendersi da calci e pugni
Ormai è un bollettino di guerra giornaliero: medici in prima linea vittime di pazienti aggressivi che li insultano fino ad arrivare, a volte, anche alle mani. E così l'Istituto Nazionale di Malattie infettive, lo Spallanzani di Roma, ha dato il via libera a un manuale di autodifesa per i suoi camici bianchi con l'obiettivo di insegnare al personale sanitario tecniche utili che possano provare a calmare i pazienti facinorosi che perdono la calma molto facilmente aggredendoli. Il direttore del nosocomio romano, Francesco Vaia, ha dato semaforo verde alla "procedura per la prevenzione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari", un vademecum di regole generali messe a punto dal direttore dell'unità risk management e biosicurezza, Vincenzo Puro, per insegnare ai medici come difendersi da calci e pugni.
Vediamo allora quali sono quali sono le misure da adottare per prevenire ogni forma di violenza. La prima raccomandazione per tutto il personale è quella di prestare attenzione a qualsiasi indizio "che possa essere associato a un attacco imminente" mantenendo un comportamento che porti alla riduzione dell'aggressività del paziente, mostrandosi tranquilli ma soprattutto non rispondendo alle minacce con altre minacce oltre a mantenere un tono di voce basso. Bisognerà cercare di essere "psicologi", provando a riconoscere "i sentimenti delle persone" ed evitare qualsiasi atteggiamento che possa essere interpretato come aggressivo dal ricoverato. Spicca, tra i tanti consigli, quello di evitare di guardare il paziente fisso negli occhi per evitare che venga interpretato come una sfida.
Non mancano consigli legati alla postura da adottare, come quella di posizionarsi a fianco dello stesso "con un asse di circa 30° perché la superfice esposta a colpi è minore ed inoltre in questa posizione si comunica più disponibilità al dialogo". Così come vale per il distanziamento per evitare il contagio al Covid, anche in questo caso viene consigliato ai medici di mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro e mezzo fino a evitare di mettersi con le spalle contro il muro. Con un paziente particolarmente arrabbiato si può usare la "tattica" dell'empatia e della commiserazione usando brevi frasi quali "so che lei si sente abbattuto" mostrandosi afflitti per la situazione. Infine, se nessuna misura riuscisse a funzionare, non rimane che chiamare la vigilanza o chiedere aiuto ad altri colleghi.
I numeri danno idea di una situazione allarmante: le aggressioni sono a carico del 65% dei camici bianchi e per un terzo delle volte anche di carattere fisico, soprattutto nei reparti di Psichiatria e in Pronto soccorso. Le conseguenze sono diverse e tutte gravi. Si parla di disturbo post-traumatico da stress, che permane anche a lungo termine e che determina atteggiamenti di difesa e condanna la persona aggredita a vivere in uno stato di continua allerta. Con evidenti ripercussioni sul benessere psicofisico del personale sanitario aggredito, ma anche sulle sue performance lavorative e, quindi, sulla qualità dell’assistenza ai pazienti.
Sottosegretario Gemmato: “La prevenzione passa anche dalla corretta alimentazione. Il TanSiN sarà un punto di riferimento per una popolazione più consapevole e in salute”
ll ciclo di incontri Morning Health Talks di EIT Health aiuta ad indentificare gli ostacoli alla digital transformation del settore healthcare e raccoglie proposte per accelerare l’innovazione in sanità, in Italia e non solo
Si è appena concluso “ENDO-DIABE 2025: medicina di genere per l’endocrinologo”, congresso promosso dall’IRCCS MultiMedica e dall’Università Statale di Milano
Il Presidente Snami Testa: “Senza una visione strutturale, non si cambia rotta”
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
Le richieste puntano sull'adeguamento economico e sulla riorganizzazione del lavoro
Con la graduatoria parte la caccia ai 22mila posti
Nursing Up: "Mai così tante. In nessun ospedale agenti dopo le 24"
Commenti