“Che cosa sono milioni e milioni di notti in bianco? Niente”
“Milioni” è il titolo dello spot. Milioni come i turni infiniti, come gli adempimenti burocratici, come le ore di straordinario non pagate, di ferie non fruite, le giornate passate “prigionieri di protezioni soffocanti”, le chiamate e i messaggi a qualunque ora. Le lacrime versate per chi non ce l’ha fatta. Eppure, cos’è tutto questo? “Niente - risponde la voce narrante -. Tutto questo è niente, di fronte a una sola vita salvata”. “Se, nonostante le carenze del sistema sanitario, i medici sono così amati, è perché sanno cosa conta davvero”: è questo il messaggio, mentre una scritta ricorda che l’80% degli italiani ha fiducia nei medici.
“Diamo forza al lavoro dei medici – conclude la voce narrante -. Sosteniamoli. Con più risorse, più personale, più strutture.
Dopo il Covid rischia di aprirsi una vera e propria emergenza – aggiunge -. Pochi i medici negli ospedali, pochissimi sul territorio. È necessario ridare valore a una professione fondamentale per le nostre comunità per evitare quello che da molti è definito un esodo biblico dagli ospedali e dal territorio. Nel 2025 mancheranno circa 50mila medici negli ospedali e 30mila sul territorio. Secondo una recente indagine del sindacato Cimo-Fesmed, solo il 28,4% dei medici ospedalieri vorrebbe rimanere come dipendente nel Servizio Sanitario Nazionale, il resto vuole lasciare o andare all’estero. Tra le motivazioni, i carichi di lavoro eccessivi, anche in violazione della normativa europea, e la smisurata mole di burocrazia e di compiti di natura amministrativa. E poi, la scarsa considerazione del ruolo sociale, una retribuzione non commisurata alle responsabilità, cui si è sommato lo stress dovuto al Covid. Analogo risultato ci viene dallo studio Anaao-Assomed, che quantifica in 21mila gli specialisti persi dal Servizio Sanitario Nazionale negli ultimi tre anni: per dimissioni volontarie, pensionamenti, invalidità al 100%, decessi. Stesso discorso sul territorio, dove i medici di famiglia in maniera sempre più significativa abbandonano il proprio incarico in anticipo rispetto all’età pensionabile e manifestano un fortissimo disagio derivante da eccessivi carichi di lavoro e da una delegittimazione mediatica senza precedenti: il 53,4% dei medici è insoddisfatto dell’organizzazione e addirittura un 83,7% dei medici non si sente sostenuto e supportato dalle istituzioni sanitarie, come testimoniato da un recente sondaggio Euromedia Research per Fimmg. I medici si trovano con un carico di lavoro enorme e improprio che necessita di un ripensamento generale, sia negli ospedali che sul territorio, dell'organizzazione del lavoro, che ha fatto il suo tempo e che non è più in grado di rispondere alle richieste di cittadini e pazienti. E a pagare il prezzo più alto sono infatti i pazienti: nel 2021 ci sono stati 60mila morti in più rispetto alla media 2015-2019. Ma non tutti sono morti di Covid: sono morti anche per tutte le patologie che sono rimaste indietro, trascurate perché i medici erano impegnati a curare, appunto, il Covid, i reparti riconvertiti, gli screening e gli interventi rimandati, come rileva l’Istat”.
“Eppure, come lo stesso sondaggio di Piepoli testimonia, i medici sono ancora una volta pronti a farsi carico di nuove incombenze, se queste possono tradursi in servizi utili e graditi ai cittadini – conclude -. Ma questa disponibilità va sostenuta: con più risorse, personale, strumenti. Perché la leggerezza con cui i medici portano sulle spalle il peso delle carenze del Servizio sanitario nazionale, tenendolo in piedi, è la forza stessa del sistema. E deve essere corroborata, supportata. Diamo forza al lavoro dei medici”.
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