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Carenza di Vitamina D e altri nutrienti, gli esperti AME: Attenzione a non imbottirsi di integratori

Medicina Interna Redazione DottNet | 23/06/2022 14:48

Il messaggio arriva nel “2° AME UpToDate sul metabolismo calcio-fosforo” un’occasione di approfondimento con gli esperti sulla salute dell’osso tra le nuove patologie che lo riguardano, nuove cure e best practices

«Sì agli alimenti fortificati per integrare i nutrienti fondamentali ma non dimentichiamo di associarli ad una vita all’aria aperta e all’esercizio fisico». A dirlo è Fabio Vescini, medico endocrinologo e direttore del biennale corso pratico-teorico insieme al dottor Franco Grimaldi. in occasione del "2° AME UpToDate sul metabolismo calcio-fosforo" svoltosi a Udine il 10 e 11 giugno 2022. Circa il 40% della popolazione europea a rischio di deficit nutrizionali importanti e il conseguente sviluppo di patologie legate al metabolismo osseo, come rachitismo, osteomalacia e osteoporosi. Dalle conseguenze risultanti da deficit di nutrienti come calcio, fosforo, sodio e vitamina D sulla salute delle nostre ossa a quelle delle malattie rare, passando per i nuovi farmaci per l’osteopatia diabetica e le future linee guida per l’iperparatiroidismo sono alcune delle tematiche che sono state affrontate nella due giorni di evento organizzato dall’Associazione Medici Endocrinologi (AME).

In Italia è stato il recente arrivo del "pomodoro fortificato" – il nuovo prodotto di laboratorio geneticamente modificato in grado di accumulare la provitamina D3 nelle foglie e nei frutti – a far tornare l’opinione pubblica sul problema della cosiddetta "fame nascosta", fenomeno in crescita pressoché ovunque e sulla quale da anni gli esperti di metabolismo, nutrizione  ed endocrinologia si interrogano per cercare le migliori soluzioni.

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«Si tratta di una sottonutrizione che si verifica quando il corpo non assume (o non assorbe) abbastanza vitamine e minerali necessari. Se nei casi carenziali con sintomi gravi, come può essere l’osteomalacia o l’osteoporosi è assolutamente necessario intervenire con degli integratori supplementari, nella maggioranza della popolazione questa carenza non presenta alcun sintomo. ma le conseguenze a lungo termine possono essere gravi e quindi è fondamentale non sottovalutarla», spiega Vescini.

«Trascorrere tempo a sufficienza all’aria aperta, nutrirsi con cibo di qualità e attraverso una dieta equilibrata possono essere sufficienti a mantenere l’equilibrio organico, soprattutto per la popolazione più giovane e avere significativi benefici per la nostra salute». Contro la corsa irrefrenabile all’uso di integratori, la raccomandazione che arriva dagli esperti è dunque quella di valutare attentamente, e con il proprio medico, la necessità dei supplementi «guardando proprio a tutte quelle altre abitudini che prima possono essere modificate e privilegiando alimenti che abbiano una buona quantità di calcio e degli altri nutrienti», aggiunge l’esperto a conclusione della prima parte di incontri attorno ai micronutrienti e gli effetti della loro carenza o dei loro eccessi sull’osso.

Tra gli altri "hot topic" al centro della due giorni di evento non poteva mancare poi quella che possiamo definire una nuova forma di osteoporosi ad alto rischio di frattura: l’osteopatia diabetica. Su questa, esperti di fama nazionale hanno fatto il punto approfondendone le cause, gli effetti e le ricadute che i farmaci al momento in uso per curare il diabete portano con sé.

«Una patologia dalle molteplici peculiarità, sulla quale ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo», prosegue Vescini.  «Basti pensare che la densità minerale ossea, nel diabete di tipo 2, che è la forma più frequente, è normale o ridotta di poco, eppure il rischio di frattura che presentano i pazienti affetti da osteopatia diabetica è pari a quello di coloro che soffrono delle osteoporosi più avanzate. Nuovi farmaci per il diabete che verranno commercializzati a breve, guardiamo con interesse ai loro effetti sull’osso, e chissà se già al prossimo UpToDate avremo qualcosa da poter condividere a riguardo con gli altri professionisti», conclude l’endocrinologo.

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