La presa di posizione della Commissione Europea avrà influenze indirette anche sulla prescrizione, sulla corresponsione di interessi e rivalutazione e sull’adeguamento delle borse di studio
A distanza di pochi mesi dalle storiche sentenze della Corte di Giustizia europea e della presa di posizione della Commissione europea, che bacchettano l’Italia sulla questione degli ex specializzandi rimettendo di fatto al centro i diritti dei medici, si fanno sentire gli effetti su politica e tribunali. La decisione della corte UE è infatti «vincolante per i tribunali italiani, che sono obbligati a recepirla e già da ora la stanno applicando». Cosa è cambiato, cosa cambierà. Con i provvedimenti sopra citati, si è compiuto un ulteriore fondamentale passo in avanti: il riconoscimento di una remunerazione adeguata a ogni medico specialista, che abbia iniziato il corso prima dell’entrata in vigore della direttiva 82/76 proseguendolo dopo il termine di trasposizione fissato al il 1° gennaio 1983.
Queste fondamentali interpretazioni da parte della Corte di Giustizia e della Commissione cominciano a produrre le prime conseguenze positive per i medici. Infatti, la Corte Suprema di Cassazione, con due ordinanze interlocutorie, ha rimesso due cause sul ruolo perché vengano discusse in pubblica udienza al fine proprio di rivalutare, alla luce delle ultime novità, la vecchia giurisprudenza sia per gli ex specializzandi 83/91 che per quelli che a partire dal 1993 hanno preso le borse di studio. La presa di posizione della Commissione Europea avrà influenze indirette anche sulla prescrizione, sulla corresponsione di interessi e rivalutazione e sull’adeguamento delle borse di studio. La legge 370/99 - presa a parametro dai tribunali italiani - si pone in contrasto con le normative europee e questo potrebbe portare ad un cambio di rotta drastico della giurisprudenza, che avrà come primo effetto quello di ribaltare numerose sentenze non favorevoli per i quali sono in corso appelli e ricorsi in Cassazione. In virtù di questa presa di posizione fortemente critica dell’Europa nei confronti dell’Italia, potrebbe anche aumentare la quantità dei risarcimenti, fino a tre volte la somma degli interessi.
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