Tra le novità il nuovo Calendario vaccinale e nuove indicazioni per la riorganizzazione dei servizi territoriali che sotto la regia dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl dovrà far affidamento sulla rete composta da medici di famiglia, pediatri e
Tra le novità il nuovo Calendario vaccinale e nuove indicazioni per la riorganizzazione dei servizi territoriali che sotto la regia dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl dovrà far affidamento sulla rete composta da medici di famiglia, pediatri e farmacie
E' arrivato alle Regioni il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025. Il prossimo 2 febbraio è prevista una riunione tecnica e l'approvazione definitiva dovrebbe avvenire entro la fine dello stesso mese. Lo spiega all'ANSA il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. "Le Regioni - afferma Rezza - hanno ricevuto il nuovo Piano e il 2 febbraio avremo una riunione tecnica. In questi giorni si stanno ancora ricevendo le osservazioni da parte delle Regioni e ci potrebbe dunque essere qualche modifica. Se la riunione del 2 febbraio non vedrà però emergere particolari problemi, il Piano sarà trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni per l'intesa e l'approvazione definitiva dovrebbe arrivare entro la fine di febbraio". La principale novità del Piano, afferma l'esperto, è che "per la prima volta il calendario vaccinale viene sganciato dal Piano, che è di durata triennale, e potrà dunque essere aggiornato annualmente". Un cambiamento "importante - sottolinea - poichè in questo modo eventuali nuove vaccinazioni o modifiche potranno essere introdotte più facilmente ed in tempi più rapidi".
Tra gli obiettivi mantenere lo status polio-free, raggiungere e mantenere l’eliminazione di morbillo e rosolia e rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV correlate. Ma non solo, occorre raggiungere e mantenere le coperture vaccinali target strutturando reti e implementando percorsi di prevenzione vaccinale. Fondamentale poi sarà promuovere interventi vaccinali nei gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia, favorendo un approccio centrato sulle esigenze del cittadino/paziente e allo stesso tempo è necessario ridurre le diseguaglianze e prevedere azioni per i gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili e/o con bassa copertura vaccinale. E ancora: completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali regionali e mettere a regime l’anagrafe vaccinale nazionale, migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili da vaccino, rafforzare la comunicazione in campo vaccinale e promuovere nei professionisti sanitari la cultura delle vaccinazioni e la formazione in vaccinologia.
Il Piano ribadisce il ruolo di regia dei Dipartimenti di Prevenzione tra tutti gli attori coinvolti a livello Regionale/aziendale nella vaccinazione nelle fasi di programmazione, coordinamento e monitoraggio di tutte le campagne vaccinali. “I Dipartimenti di Prevenzione – si evidenzia nel documento -, attraverso i Servizi Vaccinali e i professionisti che ivi operano (medici igienisti, assistenti sanitari, infermieri, ecc.), hanno assicurato al Paese negli ultimi decenni le campagne vaccinali ordinarie e straordinarie. Questa attività è stata svolta in maniera autonoma nel territorio di competenza dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) con organizzazione interne e partnership dedicate. Storicamente vi è stata una comune sinergia con i MMG e i PLS, ancor più consolidata nell’ambito della campagna vaccinale per l’emergenza COVID-19 ed espansa con il coinvolgimento di ulteriori attori e l’individuazione di nuovi contesti di erogazione come le farmacie”.
“Attori fondamentali – ricorda il documento - nelle reti di promozione vaccinale sono, come sopra riportato, i MMG e i PLS. I MMG svolgono un ruolo importante per la promozione e l’erogazione delle vaccinazioni dell’adulto, con particolare riferimento al soggetto fragile per patologia, fattori comportamentali/occupazionali o vulnerabile per condizione socioeconomica, soprattutto nel caso in cui questi non sia incluso o non sia stato adeguatamente raggiunto dalla chiamata attiva. Allo stesso modo, il PLS è la figura di riferimento nei primi anni della vita per la tutela della salute del neonato e del bambino, svolgendo un ruolo centrale nella promozione della vaccinazione per il proprio assistito e della confidenza vaccinale dei suoi genitori e del nucleo familiare. Le modalità di coinvolgimento dei MMG/PLS potranno essere definite da accordi specifici a livello regionale e aziendale”.
“L’esperienza COVID-19 – si legge ancora - inoltre ha portato a piena maturazione il coinvolgimento nella rete della prevenzione vaccinale dei farmacisti e delle farmacie. È necessario che gli ambulatori vaccinali garantiscano l’offerta di servizi di qualità con il massimo della competenza professionale e per questo è indispensabile che vengano definiti degli standard organizzativi che possano ridurre possibili disuguaglianze di offerta a livello territoriale e regionale. In particolare, è auspicabile l’applicazione di un modello di tipo “hub and spoke" che assicuri capillarità dei punti vaccinali con allargamento del personale preposto alle vaccinazioni, con semplificazione dell’accesso alle sedute vaccinali e con un approccio procedurale per garantire l’offerta attiva delle vaccinazioni”.
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