Non possono esserci ulteriori tentennamenti o ritardi nel comprendere che il modello applicato sino ad oggi non risponde alle esigenze di salute dei cittadini
«Guardiamo con interesse all’Atto di Indirizzo inerente il nuovo Accordo Collettivo Nazionale per il triennio 2019 - 2021 e siamo pronti a discuterne per fare in modo che si definiscano le linee di sviluppo della professione, all’interno del nuovo modello organizzativo della medicina generale che vede nell’AFT il punto di riferimento per la presa in carico del paziente, l’organizzazione e l’erogazione dell’assistenza. Senza mai perdere di vista il fatto che la continuità assistenziale è un punto cruciale dei Lea». Tommasa Maio, Segretario Nazionale Fimmg C. A., riassume così la posizione espressa nella mozione approvata in occasione dell’ultimo Consiglio Nazionale della Continuità Assistenziale tenutosi a Napoli. Una posizione che apre ad un dialogo costruttivo, ma che non intende in alcun modo fare sconti. «L’atto di indirizzo – spiega Maio – è certamente una base importante per rendere effettivo il Ruolo Unico, ma non possono esserci ulteriori tentennamenti o ritardi nel comprendere che il modello applicato sino ad oggi non risponde alle esigenze di salute dei cittadini».
Sullo sfondo, la carenza di medici e la pandemia che hanno di fatto destabilizzato e penalizzato non solo la medicina di famiglia, ma anche la continuità assistenziale. Per questo, Fimmg Continuità Assistenziale sottolinea ora l’importanza di mettere in campo misure volte ad una stabilizzazione di tutto il sistema, che permettano l’assegnazione di incarichi a 38 ore già all’ingresso nella professione. «Misure – ribadisce Maio - che consentano al contempo la crescita dei professionisti impegnati in attività oraria rimuovendo le incompatibilità che, da un lato, accelerano l’uscita dal sistema dei medici a doppio incarico e, dall’altro, rallentano l’ingresso dei medici in formazione, obbligati a orientarsi esclusivamente verso solo una delle due funzioni».
Nel definire il nuovo modello organizzativo dell’AFT, il Consiglio Nazionale Fimmg C.A. ha inoltre sottolineato la necessità di modulare l’intensità assistenziale sulla base delle reali necessità. Chiarendo che la funzione oraria nei percorsi di riorganizzazione territoriale non andrà intesa come sola attività notturna e festiva, ma andrà anche messa in relazione a percorsi di assistenza diurna e feriale da svolgere nell’ambito del contesto organizzato dell’AFT. Concorrendo in questo modo all’incremento della capacità e della qualità di tutto il sistema. Con l’inserimento nelle AFT, prosegue Maio, «la funzione oraria della medicina generale sarà in grado di apportare, nella declinazione del nuovo modello assistenziale, il proprio know how legato alla gestione dell’indifferibilità, che da sempre caratterizza i professionisti del settore, ma al contempo estendere a tutta Italia le esperienze virtuose, condotte in diverse regioni dai medici di continuità assistenziale, legate alla residenzialità, alla domiciliarità e alla diagnostica point of care».
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