Canali Minisiti ECM

Ssn è vicino al crack: occorrono 5 miliardi ma non ci sono. Tutte le criticità dei medici

Sanità pubblica Redazione DottNet | 07/03/2023 20:44

Occorre rivedere tetto di spesa per il personale e su privato accreditato, incremento retribuzioni e regole più stringenti per i medici a ‘gettone’

Il servizio sanitario nazionale è sul ciglio del baratro e con i medici che ormai sono allo stremo per le tante carenze che li riguardano. I numeri non lasciano sperare in meglio, come dimostra il documento diffuso dalle Regioni. Tanto che, secondo i rappresentanti degli Enti locali "I cittadini dovranno ricalibrate al ribasso le loro aspettative nei confronti del SSN. Saranno necessarie scelte dolorose, ma non più procrastinabili, al fine di evitare che le mancate scelte producano nel sistema iniquità ancora più gravi di quelle già presenti". Il report - approvato all'unanimità - è stato presentato ieri pomeriggio al ministro della Salute, Orazio Schillaci e a quello dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. "Non vorremmo che alla fine si debba constatare che l’intervento è riuscito ma il paziente è morto", dice senza mezzi termini il coordinatore degli assessori regionali alla sanità, l’emiliano Raffaele Donini. Perché di soldi per la sanità nelle casse delle regioni ne mancano tanti: 5,2 miliardi solo a contare le spese sostenute per il Covid fino al 2021 non coperte dallo Stato, che ammontano a 3,8 miliardi, più il miliardo e 400 milioni di caro energia, sempre per il 2021. Poi c’è da considerare l’inflazione, che per il 2023 è prevista correre al 7% e "i costi sostenuti sempre per il Covid nel 2022 non coperti a livello centrale, che solo qui da noi in Emilia Romagna ammontano a 400 milioni", mette in chiaro sempre Donini. Infine il cosiddetto pay back. Lo sforamento di spesa per i dispositivi medici, cose che vanno dalle garze alle tac e alle risonanze, che sarebbe a carico delle imprese, che però non vogliono pagare. Sono altri 2,2 miliardi per il periodo 2015-2018, più un altro miliardo e 800 milioni stimati per gli anni successivi. "Su questo abbiamo chiesto a Giorgetti e Schillaci che se, come si percepisce, il governo verrà incontro alle imprese produttrici mitigando l’impatto del pay back sui loro bilanci, questo sconto non finisca però per gravare su quelli regionali", precisa il coordinatore degli assessori.

Sui 5,2 miliardi di costi pregressi non coperti in pochi si illudono che il governo possa aprire i cordoni della borsa a tal punto. Per questo le regioni avanzano nel documento una proposta: "che il relativo impatto economico sia opportunamente “sterilizzato” ai fini della verifica dell’equilibrio economico-finanziario". "Per evitare ricadute pesantissime sull’offerta di servizi ai cittadini chiediamo che questi importi non corrisposti vengano spalmati in un piano di ammortamento almeno decennale e che non contribuiscono al calcolo del deficit che porterebbe altrimenti al commissariamento di molte regioni", aggiunge Donini. E non è tutto: "le Regioni ritengono inaccettabile il rischio di disavanzo e di potenziale commissariamento e la conseguente necessità di dover ridurre il livello di servizi da garantire ai propri cittadini causato da fattori non imputabili alla propria gestione bensì dal parziale ristoro dei costi covid e dei costi energetici".  Tra le richieste c’è poi quella di rivedere l’anacronistico tetto di spesa per il personale, ancorato ai livelli del 2004, diminuiti anche dell’1,4%. E per far fronte alle carenze in organico dei medici si rilancia l’idea di utilizzare gli specializzandi già dal terzo anno di scuola.

pubblicità

Schillaci dal canto suo chiede alle regioni di fare una ricognizione sui soldi fin qui non spesi per l’edilizia sanitaria, che ammonterebbero a ben 11 miliardi, mentre uno sforzo è richiesto anche per efficientare l’assistenza territoriale, in modo da fare filtro su ospedali e pronto soccorso. Tutti temi messi sul tavolo di confronto apertosi ieri e che, conclude sempre Donini, "dovrà chiudersi entro aprile con l’emanazione di provvedimenti concreti». Pena il collasso del nostro Ssn, come vaticinato in premessa dal documento delle stesse Regioni.

Fra le tante criticità, di particolare rilievo sono quelle che riguardano il personale sanitario

Carenza di professionisti

Incremento del fenomeno delle «dimissioni inattese», in particolare nell’ambito delle strutture dell’emergenza-urgenza;

Rigidità in termini di fissazione di limiti alla spesa complessiva e all’incremento dei fondi del salario accessorio

Negli ultimi anni, i limiti rigidi alla spesa di personale dipendente e all’incremento dei fondi, la scarsa attrattività del lavoro dipendente presso gli enti e le aziende del SSN hanno spinto le aziende stesse a forme di ingaggio attraverso affidamenti esterni con costi crescenti contabilizzati tra i costi dei beni e servizi, che risultano negli anni crescenti rispetto al costo del lavoro dipendente.

Occorre una revisione del tetto di spesa del personale

Fino al 2019 il fabbisogno di personale negli enti e aziende del SSN è stato condizionato da un tetto di spesa rigido (spesa anno 2004 – 1,4%). Dal 2019 si attua un primo tentativo per rendere dinamico questo tetto (che si incrementa di un valore pari al 10% dell’incremento del fondo sanitario regionale). Per superarlo definitivamente dobbiamo arrivare a una metodologia che definisca il fabbisogno effettivo di personale del SSN. Nelle more vanno valutati ulteriori incrementi della flessibilità, per consentire l’applicazione omogenea di alcuni istituti (possibilità di incremento dei fondi in relazione all’incremento del personale in servizio).

Valorizzazione economica

La perdita di appeal del servizio pubblico necessità di misure urgenti di fidelizzazione del personale, tra le quali fondamentale è la valorizzazione economica e retributiva dei professionisti. L’appiattimento delle retribuzioni rende difficoltoso trattenere le migliori professionalità nel pubblico. E’ pertanto necessario innanzitutto ripensare il procedimento di approvazione dei CCNL, spesso in ritardo rispetto alle esigenze del sistema (il 2 novembre 2022 è stato sottoscritto il contratto del comparto sanità 2019-2021, siamo ancora lontani dalla sottoscrizione del CCNL della dirigenza sanitaria e della dirigenza Funzioni Locali) perché possa fornire strumenti per fronteggiare tempestivamente le problematiche  E’ inoltre necessario dotare di elementi di flessibilità la determinazione della spesa per il personale, e prevedere deroghe mirate al limite di incremento dei fondi contrattuali (oggi fissato al valore dell’anno 2016), anche affinchè la retribuzione possa essere parzialmente modulata per far fronte alle carenze (i concorsi in alcune discipline rimangono deserti anche per la non appetibilità della dipendenza pubblica) Sempre per rispondere in maniera flessibile alle necessità emergenti nelle diverse realtà, occorre prevedere la possibilità di risorse aggiuntive regionali (nei termini già previsti dal patto per la salute 2019-2021), L’incremento delle retribuzioni del personale potrebbe inoltre essere ottenuto attraverso la defiscalizzazione di quote di salario accessorio (come già previsto in alcuni settori del lavoro privato).

Valorizzazione professionale

Piena equiparazione degli incarichi gestionali e professionali in modo da disegnare percorsi di carriera per la dirigenza e il comparto (percorso già consolidato per la dirigenza sanitaria e avviato per il personale del comparto con i contratti del triennio 2016-2018 nonché confermato e ampliato per il comparto con il recente CCNL 2019-2021). Aggiornamento e revisione dei profili degli operatori di interesse sanitario (a supporto di una professione infermieristica che si orienta verso ruoli più specialistici). Sviluppo delle competenze avanzate per le professioni sanitarie (a partire dall’introduzione dell’IFeC operata dal DM 77/2022 e dal nuovo CCNL 2019-2021). Focus sul clima organizzativo per favorire condizioni di lavoro e promuovere azioni che valorizzino e gratifichino i professionisti, ponendoli al centro dell'interesse aziendale come "capitale umano".

Gli interventi straordinari richiesti dalle Regioni

Occorre procedere quanto prima all’approvazione di un pacchetto di interventi per far fronte alla carenza di personale soprattutto nelle strutture di pronto soccorso così come già formalmente proposto dalla Commissione Salute al Governo nel marzo e nel giugno 2022. Si propone innanzitutto di raccogliere gli esiti del Tavolo di lavoro per l’accesso alle professioni sanitarie attivato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e del Tavolo di lavoro in materia di carenza di personale e di ricorso ad affidi esterni attivato dal Ministero della Salute a seguito delle istanze rappresentate con urgenza dalla Regioni e dalle Province Autonome. Anche in considerazione del fatto che i contratti di formazione specialistica in medicina d’urgenza non vengono assegnati per il 50%, con la conseguenza che la carenza di questi specialisti perdurerà nel tempo, favorendo il fenomeno delle esternalizzazioni dei servizi sanitari, il cui utilizzo però deve essere governato e regolamentato attraverso la definizione condivisa di specifici criteri per garantire l'economicità dei contratti e la trasparenza delle condizioni di acquisto, per definire le specifiche tecniche, i prezzi di riferimento dei servizi medici ed infermieristici, i controlli che gli Enti debbono porre in essere. Si propone di velocizzare e semplificare le procedure per il riconoscimento dei titoli esteri da parte del Ministero della Salute (anche considerata la proroga al 31/12/2025 della possibilità che sanitari esteri possano operare in Italia anche a prescindere da tale riconoscimento. Le procedure di riconoscimento potrebbero essere temporaneamente delegate a Regioni e/o Ordini).

Rendere strutturale la possibilità di assumere specializzandi dal terzo anno già prorogata al 31/12/2025 (anche prescindendo dall’obbligo di convenzione con gli atenei).

Velocizzazione e semplificazione delle procedure di assunzione attraverso la revisione dei regolamenti concorsuali (DPR 483/1997 e 220/2001).

Commenti

I Correlati

Anche un sms per ricordare che possono accedere ad un controllo

I progetti vincitori, selezionati da una giuria tecnica e tramite voto popolare sono stati annunciati durante il 24o Convegno Nazionale Conacuore

Ma per i pazienti il cambiamento è fonte di timori e di paure

Agenas, +6% sul 2022. Il 68% Codici bianchi e verdi

Ti potrebbero interessare

Anche un sms per ricordare che possono accedere ad un controllo

I progetti vincitori, selezionati da una giuria tecnica e tramite voto popolare sono stati annunciati durante il 24o Convegno Nazionale Conacuore

Agenas, +6% sul 2022. Il 68% Codici bianchi e verdi

I professionisti sanitari che prendono in cura un assistito − sia nell'ambito del SSN, sia al di fuori − possono accedere ai dati e ai documenti presenti nel FSE solo se l'assistito ha preventivamente espresso il proprio consenso alla consultazione

Ultime News

Anche un sms per ricordare che possono accedere ad un controllo

I medicinali a base di enalapril iniettabile non sono disponibili in Italia da oltre vent’anni, in seguito alla revoca dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) su rinuncia da parte dell’azienda farmaceutica titolare, nel 2000

La lettura combinata delle norme suggerisce, pertanto, di fare esclusivo riferimento ai termini di prescrizione e decadenza che scadono entro il 31 dicembre dell’anno in cui è disposta la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari per e

Mandelli: "Un farmacista che rafforza il proprio ruolo qualificato di dispensatore del farmaco e sempre più presidio fondamentale per le attività di prevenzione e diagnosi precoce, a tutto vantaggio dei pazienti e della sostenibilità del Servizio San