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Linfedema, in Italia ogni anno 40mila nuovi casi. L'allarme della Sicpre

Medicina Estetica Redazione DottNet | 05/03/2025 14:08

La malattia colpisce 300 milioni di persone nel mondo, soprattutto donne tra i 30 e i 40 anni. Le iniziative per sostenere la prevenzione

Cresce un allarme per la nostra salute. È legato al gonfiore improvviso di braccia o gambe. Sembra un malore di quelli che capitano e se ne vanno con blandi rimedi. Ma il malessere fisico può anche avere i connotati di una malattia cronica importante, il linfedema. Ovvero, anomalia che colpisce i linfonodi, le sentinelle dell’organismo umano ricche di globuli bianchi presenti in varie parti del corpo (ascelle, inguine, collo e addome) provocando il gonfiore dei tessuti.

Giovedì è stata la Giornata mondiale dedicata alle persone affette dalla patologia. Sin dalle 10, nell’aula Leogrande del Palazzo ex Poste di Bari la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica (SICPRE) ha organizzato collegamenti online con i medici dei centri italiani specializzati nella diagnosi e cura.

  Sono intervenuti esperti da Bari, dalle Unità di Medicina Nucleare e Medicina Fisica e Riabilitazione del Policlinico e anche dall’università del capoluogo; da Roma, dall’Università del Sacro cuore, dal Policlinico Gemelli e dall’università La Sapienza; dagli atenei di Pisa, Genova e Palermo. Le persone colpite da linfedema non sono poche. Secondo le stime del Centro diagnostico italiano, si parla di “300 milioni in tutto il mondo, in Italia circa una su 20, ogni anno 40 mila nuovi casi, soprattutto in donne fra i 30 e 40 anni”. Il linfedema può essere congenito o presentarsi nei pazienti che stanno lottando o hanno già sconfitto il tumore.

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“La diagnosi precoce è molto importante – spiega il presidente Sicpre e direttore di Chirurgia plastica all’Istituto Tumori di Bari, Maurizio Ressa - perché consente di evitare la progressione della malattia, preservando la qualità di vita di pazienti che, in molti casi, hanno già dovuto combattere il cancro”. “Nel Centro Linfedema di Bari – sottolinea il professor Giuseppe Giudice, docente di Chirurgia plastica all'Università di Bari e direttore al Centro grandi ustionati del Policlinico pugliese - per la prima volta in Europa, da oltre otto anni viene attuata una nuova metodica che prevede il prelievo di linfonodi dall’addome, per via laparoscopica, con piccole cicatrici e senza procurare possibili linfedema secondari con prelievi da altre sedi corporee. I vasi dei linfonodi vengono collegati a piccoli vasi locali, migliorando nel tempo il drenaggio linfatico della parte malata, fungendo da pompa. I sintomi del linfedema sono spesso sottovalutati – riflette il professor Giuseppe Giudice - e i pazienti arrivano alla diagnosi quando il gonfiore è stabile e persistente, e quindi in uno stadio clinico intermedio o avanzato”.

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