La ministra ha chiarito i dubbi sull'abolizione del test di ingresso di medicina: "Sto aumentando progressivamente il numero"
Domenica 24 marzo il Ministro Bernini ha partecipato alla trasmissione Che tempo che fa e qui ha illustrato la sua riforma e spiegato le motivazioni che sono alla base di quella che è una vera e propria rivoluzione. In questa occasione ha dichiarato che "Non c’è sicuramente più il test di medicina. Quando sono arrivata ho trovato una situazione un po’ iniqua, ossia un test che non era particolarmente selettivo sulla base de merito, io non ho voluto fare il colpo di teatro di portarle alcune delle domande che immagino tutti conosciate a memoria (quella della gazza, Nilla Pizzi,..), ecco l’iniquità stava nel fatto che alcune studentesse e alcuni studenti non hanno passato il test di medicina per questo motivo." Non sono in grado di dirle se quelle domande siano state determinante dell’errore, però mi è capitato di vedere in giro per il mondo studenti e studentesse qualificatissimi che non avevano passato il test di medicina, quindi evidentemente il test non era sufficientemente caratterizzante. Il Ministro Bernini si è anche pronunciata sul business che è cresciuto intorno ai test e ha dichiarato che: "stiamo scardinando un sistema che ha costretto famiglie a mandare i figli a studiare all'estero.
L’idea era anche quella, molto più forte dell’esigenza di fare di test buoni, di eliminare un’altra iniquità oscena, cioè il mercato di formazione privata che si è creato negli anni, 20mila, 30mila, 50mila euro che venivano pagato per prepararsi non su delle materie, ma su dei test.
Roberto Burioni ha commentato la riforma dei test di Medicina durante la trasmissione Che Tempo che fa, esprimendo il suo accordo con il Ministro riguardo alla necessità di riformare un sistema di preparazione che, secondo lui, ha drenato risorse significative dalle famiglie. “È molto positivo che non ci sia più questo mercato di preparazione”, ha affermato Burioni, sottolineando che ora gli studenti hanno l’opportunità di esplorare il campo della medicina senza pressioni esterne. Tuttavia, Burioni ha anche sollevato preoccupazioni riguardo al numero di studenti che si troveranno a frequentare i corsi. Con l’accesso garantito per i primi sei mesi a tutti coloro che avrebbero sostenuto il test quest’anno, i professori potrebbero trovarsi a gestire classi molto più numerose del previsto. “Immaginate un esame di fisica medica che passa da 200 a 800 studenti“, ha avvertito, ponendo interrogativi pratici su come gestire un simile afflusso. Burioni ha sottolineato che la medicina è una facoltà pratica, paragonandola all’apprendimento dello sci: “Non ci sono scuole di sci a Taormina, perché ci vuole la neve per imparare a sciare”. Sebbene le materie del primo semestre non siano necessariamente pratiche, la sfida rimane nel garantire che gli studenti ricevano un’istruzione di qualità in un contesto che potrebbe diventare rapidamente sovraffollato.
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