Un nuovo studio di Key-Stone per Straumann Group svela l’impatto dei denti mancanti, tra malessere, ritiro sociale e calo dell’autostima
La mancanza di uno o più denti non è solo un fatto clinico: è una condizione che tocca l’identità, le emozioni, la vita sociale. A dimostrarlo è la nuova indagine condotta da Key-Stone - istituto di ricerca specializzata in ambito salute e benessere - per Straumann Group – leader globale nelle soluzioni implantari e ortodontiche – che ha esplorato in profondità quanto edentulismo significhi, oggi, anche disagio psicologico, riduzione dell’autostima e rinuncia alla propria espressività.
I numeri dell’edentulismo in Italia
Lo studio ha rilevato che il 75% degli italiani ha perso almeno un dente (esclusi i denti del giudizio), mentre il 7% ha perso tutti i denti naturali. Focalizzandosi su chi ha effettivamente subito la perdita, emerge che solo il 40% ha ripristinato la dentatura, mentre il restante 60% convive ancora con uno stato di edentulia, parziale o totale. Questo significa che oltre un italiano su quattro non ha ancora recuperato i denti persi.
Il disagio silenzioso: dal sorriso evitato all’identità ferita
La ricerca ha evidenziato un aspetto trasversale e profondo: il 57% di chi ha perso uno o più denti prova o ha provato disagio. Un numero che cambia all’aumentare del numero di denti mancanti: tra chi ha perso tutti i denti, la percentuale sale all’85%. A riportare livelli maggiori di disagio pregresso sono proprio coloro che hanno già affrontato un trattamento protesico, segno di una forte motivazione personale alla cura.
"È in assoluto la sensazione di malessere interiore a spingere le persone a voler ripristinare il proprio sorriso: il non sentirsi a proprio agio con sé stessi, sia per l’autoimmagine confrontata con quella altrui, sia per la tendenza a evitare occasioni di socializzazione, oppure il desiderio di non essere immortalati in fotografie o video – commenta Roberto Rosso, presidente di Key-Stone – In questo senso, anche diversi altri studi dimostrano come la disarmonia del sorriso generi disagio e vergogna: molti dichiarano di evitare di sorridere o di adottare gesti protettivi, come coprirsi la bocca con la mano. Anche chi presenta difetti lievi, ma visibili sul piano estetico, prova emozioni negative legate alla propria situazione dentale".
Le conseguenze nella vita quotidiana
La perdita di uno o più denti non si riflette solo sul sorriso, ma sull’intera vita relazionale ed emotiva dell’individuo. Il disagio percepito da chi vive una condizione di edentulismo tocca in profondità la sicurezza personale, l’immagine di sé e la capacità di stare con gli altri. Secondo la ricerca, il 72% di chi prova disagio tende a evitare le fotografie, anche in occasioni significative. Per molti, il sorriso, che dovrebbe essere espressione di gioia e spontaneità, diventa qualcosa da nascondere. Il timore di esporsi porta, in casi non rari, a rinunciare del tutto alla partecipazione a eventi pubblici o momenti sociali, per non rischiare di sentirsi osservati o giudicati.
Il 71% degli intervistati racconta di aver vissuto un forte disagio psicologico legato all’immagine di sé: un senso di inadeguatezza che si alimenta nel confronto con gli altri, che siano amici, colleghi o modelli proposti dalla società. Il sorriso degli altri – reale o idealizzato – diventa così una fonte di confronto costante, che amplifica la percezione del proprio limite. Il disagio si estende anche alla sfera dell’autostima: il 67% si sente giudicato per la propria condizione orale. Ne deriva un atteggiamento di chiusura, un controllo continuo dell’espressività, fino a evitare di sorridere apertamente o ricorrere a gesti istintivi, come coprirsi la bocca con la mano.
Un ulteriore dato significativo riguarda la comunicazione verbale: il 63% degli intervistati dichiara difficoltà nel parlare in pubblico, probabilmente per la paura che la propria condizione dentale venga notata. Questa insicurezza agisce come un freno, limitando la libertà di esprimersi in contesti dove la propria immagine è esposta. Anche le relazioni ne risentono: il 50% afferma di sentirsi meno sicuro nei colloqui di lavoro o in contesti sentimentali, dove la percezione di sé è particolarmente rilevante. In molti casi, l’edentulismo diventa quindi una barriera invisibile tra sé e l’altro, un ostacolo alla possibilità di piacere, di relazionarsi senza filtri, di essere sé stessi. Infine, il 46% degli intervistati dichiara di aver ridotto la partecipazione ad eventi e occasioni sociali, per evitare situazioni potenzialmente imbarazzanti o cariche di ansia.
Il peso dell’età: come cambia il disagio nelle diverse fasi della vita
Il vissuto di disagio legato alla mancanza di denti si declina in modo diverso in base all’età. Tra i più giovani, sotto i 40 anni, è soprattutto il confronto con gli altri a generare malessere, un disagio che tocca profondamente l’immagine di sé e l’autostima. Nella fascia 40–59 anni, emergono due aree particolarmente critiche: i contesti formali, come riunioni di lavoro o presentazioni pubbliche, e le socializzazione, dove l’aspetto estetico e la sicurezza personale giocano un ruolo importante. Gli over 60, invece, tendono a adattare la propria vita sociale, riducendo la partecipazione ad eventi o incontri per evitare il rischio di sentirsi inadeguati.
Dalla cura del sorriso al benessere della persona
Una fotografia che converge in un’unica consapevolezza: la perdita del sorriso non è solo fisica, ma anche emotiva. La sua assenza lascia un vuoto che incide sull’identità, sulle relazioni e sulla libertà personale.
"I risultati di questa indagine ci ricordano che il sorriso è una componente essenziale della salute psicologica e relazionale – commenta Davide Marchini, General Manager Straumann Group Italia e Vice President South Hub Europe Straumann Group – La mancanza di denti può compromettere il modo in cui ci vediamo, ci relazioniamo e viviamo la nostra quotidianità. Noi in Straumann ci impegniamo affinché questo non succeda. La nostra missione è chiara: restituire alle persone non solo denti, ma fiducia, autostima e benessere. Investire nella salute orale significa investire nella qualità della vita delle persone. Un impianto dentale, se ben realizzato, è molto più di un trattamento: è una nuova possibilità di sorridere davvero".
Le proposte della Cao nazionale in audizione sul DDL Prestazioni sanitarie
Oltre al danno economico, si corre un rischio reale per la salute di questi pazienti, specialmente per coloro che necessitavano di trattamenti urgenti o erano già in fase di cura
Lo rivela uno studio coordinato da Francesco D'Aiuto della University College di Londra (UCL) e socio attivo della Società Italiana di Implantologia e Parodontologia (SIdP)
Marchetti: "E' un'incidenza molto elevata, soprattutto se includiamo anche le forme di gengiviti reversibili che, se non trattate, possono evolvere in parodontite"
“Il fattore chiave per determinare un buon candidato per il trattamento è la salute di denti e gengive, quindi è necessario un parodonto sano, in assenza di sanguinamento"
A 6 anni fabbisogno pari a zero,oltre 1500 iniziano corso laurea
La guida degli esperti sulla connessione tra salute orale e salute neurologica: ecco perché lavarsi i denti è un’abitudine essenziale
Legame tra parodontite e eccesso peso, base infiammatoria comune
Commenti