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Schillaci, così la manovra: Nel 2026 nuove risorse oltre ai 4 miliardi già stanziati. Medici di famiglia: sì a lavorare nelle Case di comunità

Sanità pubblica Redazione DottNet | 01/09/2025 15:56

L’aumento del Fondo sarà di circa 6 miliardi: “Risorse che saranno destinate a risolvere quelle che sono le principali criticità come la carenza del personale sanitario"

Nel 2025, il Fondo Sanitario Nazionale ha raggiunto i 136,5 miliardi di euro, segnando un incremento di oltre 10 miliardi rispetto al 2022. Secondo il Ministro della Salute Orazio Schillaci, questo trend positivo proseguirà anche nel 2026, grazie alle nuove risorse previste dalla prossima legge di bilancio, che si sommeranno ai 4 miliardi già stanziati con la precedente manovra. “L’obiettivo – ha spiegato il Ministro intervenendo al Meeting di Rimini – è affrontare le principali criticità del sistema, in particolare la carenza di personale sanitario. Rafforzare il capitale umano significa migliorare i tempi di attesa per visite ed esami, rendere i pronto soccorso più efficienti e meno congestionati”.

Un punto centrale del suo intervento ha riguardato il riconoscimento economico e professionale del personale sanitario.

“Dobbiamo rendere più attrattivo il servizio pubblico – ha sottolineato – soprattutto nelle specializzazioni meno scelte dai giovani, perché percepite come poco remunerative, con scarse opportunità di carriera o esposte a episodi di violenza. Parlo, ad esempio, dell’emergenza-urgenza, dell’anatomia patologica e della radioterapia”. Schillaci ha ricordato le misure già adottate, come indennità e agevolazioni fiscali per chi opera nei reparti di emergenza, e l’introduzione di norme più severe contro le aggressioni nelle strutture sanitarie. Ha inoltre ribadito l’importanza dello "scudo penale" per il personale sanitario, che limita la punibilità ai soli casi di colpa grave. “È una tutela attesa da anni – ha detto – che può evitare l’eccesso di esami inutili, senza compromettere il diritto dei pazienti a ricevere risarcimenti in sede civile, quando dovuti”.

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Tra le riforme annunciate figura anche quella delle professioni sanitarie, con l’intento di adeguare il sistema ai nuovi bisogni di salute della popolazione, rendendolo più efficiente e reattivo. Riguardo alla sanità territoriale, il Ministro ha avvertito del rischio di accentuare le disparità tra le Regioni. “Le infrastrutture da sole non bastano: serve personale, in particolare medici di famiglia. Oggi però c'è la disponibilità dei medici di medicina generale a collaborare con specialisti e altri operatori per offrire un servizio attivo 12 ore al giorno, sette giorni su sette. Pensare al medico di base come a una figura isolata è ormai fuori dal tempo”, ha dichiarato.

Il Ministro si è poi soffermato sul tema delle liste d’attesa, evidenziando i primi risultati ottenuti grazie alla nuova legge approvata di recente. “Abbiamo agito in modo concreto e strutturale su un problema che si trascinava da decenni. Da gennaio a giugno 2025, ben 997 strutture sanitarie hanno registrato un miglioramento medio del 21,3% nelle prestazioni prioritarie. Il nuovo sistema di monitoraggio permette di individuare con precisione dove intervenire”. In particolare, Schillaci ha citato l’esempio delle mammografie, che hanno visto un incremento del 40% tra il primo e il secondo trimestre del 2025. “Laddove le Regioni hanno attivato misure come visite nei weekend, orari serali o l’integrazione delle agende con strutture private accreditate, i risultati si vedono”, ha aggiunto.

Infine, Schillaci ha ribadito la visione del governo: “Vogliamo una sanità pubblica che garantisca equità e accesso alle cure per tutti, con particolare attenzione ai più fragili. Sappiamo che ci sono ancora disparità regionali, ma il nostro Servizio Sanitario Nazionale, per il suo carattere universalistico e la qualità delle cure, resta un modello unico a livello internazionale”. A conclusione, il Ministro ha rivendicato l’approvazione, dopo sette anni di attesa, del nuovo decreto tariffe, che rende finalmente esigibili i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) su tutto il territorio nazionale. “Abbiamo varato norme importanti – ha detto – ma è fondamentale che vengano applicate in modo efficace e che i fondi destinati alla sanità non vengano dirottati per coprire altre spese. Non sempre, infatti, il problema è solo economico”.

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