Schillaci: "Il disegno di legge delega al Governo avvia un significativo e profondo processo di riforma dell’attuale sistema delle professioni sanitarie per renderlo più efficiente, inclusivo e attrattivo"
Punibilità dei medici solo per "colpa grave", tenendo conto anche del contesto operativo e della "scarsità delle risorse umane e materiali disponibili". E' quanto prevede il disegno di legge delega al governo in materia di professioni sanitarie e disposizioni relative alla responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, molto atteso dalla categoria, approvato in Consiglio dei Ministri, dopo lo slittamento del provvedimento avvenuto nell'ultimo Cdm prima della pausa estiva. Si introduce così in maniera strutturale il cosiddetto scudo penale per i medici, già previsto durante la pandemia di Covid-19. "Quando l'esercente la professione sanitaria si attiene alle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge o alle buone pratiche clinico assistenziali, sempre che le predette raccomandazioni o buone pratiche risultino adeguate alle specificità del caso concreto - si legge nel testo del ddl in entrata al Cdm - è punibile solo per colpa grave".
Nel disegno di legge delega si precisa inoltre che "nell'accertamento della colpa o del suo grado si tiene conto anche della scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, nonché delle eventuali carenze organizzative, quando la scarsità e le carenze non sono evitabili da parte dell'esercente l'attività sanitaria, della mancanza, limitatezza o contraddittorietà delle conoscenze scientifiche sulla patologia o sulla terapia, della concreta disponibilità di terapie adeguate, della complessità della patologia o della concreta difficoltà dell'attività sanitaria, dello specifico ruolo svolto in caso di cooperazione multidisciplinare, nonché della presenza di situazioni di urgenza o emergenza". Come accaduto per il Covid: è stato infatti proprio per tutelare i medici in prima linea nella crisi pandemica che si era sbloccata questa sorta di protezione, approdata fino ad oggi con le proroghe.
"Il disegno di legge delega al Governo avvia un significativo e profondo processo di riforma dell’attuale sistema delle professioni sanitarie per renderlo più efficiente, inclusivo, attrattivo e adeguato all’evoluzione scientifica e tecnologica", afferma una nota del Ministero.. "E’ una riforma attesa da anni che punta a contrastare le carenze di organico, a sburocratizzare il sistema e a valorizzare le competenze delle professioni sanitarie – dichiara il Ministro della Salute Orazio Schillaci - . Sono previste misure di sostegno allo sviluppo della carriera e la revisione di percorsi formativi come l’istituzione della Scuola di specializzazione per la medicina generale. Con questa riforma diamo un ulteriore contributo al potenziamento del servizio sanitario nazionale valorizzando le professioni sanitarie per rispondere in modo sempre più efficace ai bisogni di salute dei cittadini". Il provvedimento delega il Governo ad adottare, entro il 31 dicembre 2026, misure dirette a incrementare il personale sanitario, potenziare i percorsi di formazione sanitaria specialistica e valorizzare le professionalità e le competenze dei professionisti sanitari. I provvedimenti attuativi dovranno prevedere norme per contrastare i fenomeni di carenza di personale anche attraverso il ricorso a forme di lavoro flessibile per l’impiego degli specializzandi nel Servizio sanitario nazionale; lo sviluppo della carriera professionale e misure in favore del personale che opera in particolari condizioni di lavoro, o che presta servizio in aree disagiate; semplificare le attività amministrative che gravano sul personale sanitario, ottimizzando i tempi di lavoro; garantire la sicurezza dei professionisti sanitari nello svolgimento dell’attività lavorativa. Sono inoltre indicati i criteri per lo sviluppo delle competenze e il potenziamento della formazione sanitaria specialistica che prevendono l’istituzione di un Sistema nazionale di certificazione delle competenze, specifico per il settore sanitario nonché la ridefinizione del percorso formativo della medicina generale, con la trasformazione del corso regionale di formazione in Scuola di specializzazione, e delle specializzazioni sanitarie non mediche attraverso l’istituzione di scuole di specializzazione ad hoc. La legge delega prevede infine l’introduzione di misure volte a valorizzare il ruolo degli Ordini professionali.
Ma cos'è lo scudo penale? E' un'impostazione normativa che prevede che il medico e l'operatore sanitario, se si attengono alle linee guida o alle buone pratiche clinico assistenziali, siano punibili solo in caso di colpa grave. . Ma il tema è annoso e si dibatte da tempo della necessità di porre un freno alle cause temerarie contro i medici e i professionisti della sanità. Anche alla luce di uno degli 'effetti collaterali' di questa situazione, che è la medicina difensiva. Il ministro della Salute Orazio Schillaci non ha mai nascosto di avere a cuore l'argomento. Ne ha parlato più volte, l'ultima a fine giugno annunciando appunto l'intenzione di varare lo scudo penale definitivo per i medici inserendolo "in uno dei primi strumenti legislativi disponibili". "Oltre a un malessere personale, familiare e spese aggiuntive - aveva fatto notare in uno dei suoi interventi in passato - nel 98% dei casi, le cause penali finiscono in nulla", ma questo avviso "provoca spesso un ricorso alla cosiddetta medicina difensiva completamente inutile. Da medico e da ministro che lo scudo penale non toglie nulla ai cittadini - aveva assicurato il ministro - perché i cittadini potranno comunque rivalersi in sede civile. È uno strumento utile soprattutto per i cittadini perché se noi andiamo ad eliminare le prescrizioni inutili ci sono alcuni strumenti che dimostrano che addirittura la medicina difensiva può pesare intorno ai 10 miliardi l'anno: parliamo del 7-9% di quello che è il Fondo sanitario nazionale e questo permetterebbe di risolvere, in maniera significativa, quello che sono i problemi della sanità italiana". Compresa la sfida di rendere la professione medica e sanitaria più attrattiva e frenare la fuga di professionisti. Al centro di tutto c’è la relazione tra medico e paziente. La nuova norma, infatti, intende ridisegnare un equilibrio: proteggere chi lavora in buona fede e con competenza, senza togliere ai cittadini la possibilità di difendersi in caso di gravi errori. Per i medici significa poter lavorare con meno paura di finire davanti a un giudice per ogni decisione. Per i pazienti, significa sapere che chi li cura potrà farlo in modo più sereno, ma non sarà mai esente da responsabilità se dovesse sbagliare per negligenza grave. In sintesi, lo scudo penale non sarà e non dovrà essere un salvacondotto, ma una sorta di rete di protezione: chi segue le regole non sarà punito per gli errori inevitabili. Chi le ignora, invece, continuerà a risponderne davanti alla giustizia.
Ma non è tutto. All’ordine del giorno, infatti, sarebbero previsti anche provvedimenti utili a contrastare carenza e disomogeneità del personale, ad esempio col ricorso a forme di lavoro flessibile per l’impiego degli specializzandi nel Servizio sanitario nazionale compatibilmente con le esigenze formative. O, ancora, l’introduzione di meccanismi premiali legati a sistemi di valutazione della performance. In ballo anche la predisposizione di un sistema di certificazione delle competenze e, soprattutto, la ridefinizione del percorso della medicina generale, con la trasformazione del «corso regionale di formazione specifica in scuola di specializzazione». Focus anche sui medici di famiglia: al centro del dibattito, il nodo della dipendenza dei profili giovani della categoria (che a oggi fanno libera professione) e l’obbligo di prestare servizio, per alcune ore a settimana, nelle case di comunità. Spazio, infine, all’intelligenza artificiale: l’intenzione sarebbe quella di definire una strategia di governance per la sua applicazione nel comparto sanitario.
"Finalmente la norma sulla responsabilità medica in caso di colpa grave diventa strutturale e sopratutto si iniziano a definire nero su bianco e in maniera organica i limiti della procedibilità sul medico. L'approvazione in Consiglio dei Ministri del ddl delega è un risultato importante - commenta il Segretario Nazionale dell'Anaao Assomed Pierino Di Silverio - ottenuto anche grazie alla costante azione dell'Anaao". "Vogliamo anzitutto ringraziare il Ministro della Salute, Orazio Schillaci - prosegue Di Silverio - che con grande tenacia ha portato avanti, nonostante i numerosi rinvii, una battaglia di civiltà, un impegno preso pubblicamente non più tardi di tre mesi fa in occasione del nostro convegno sulla colpa medica". "E' un risultato dovuto per tutti quei colleghi che sono stati messi alla gogna da vari tribunali per poi essere scagionati: ricordiamo infatti che 1 medico su 3 ha subito una denuncia penale e/o civile, ma solo il 3% viene condannato. "Ci teniamo però a ribadire con forza che non si tratta di un provvedimento corporativo, che garantisce l'impunità ai medici, bensì assicura ai cittadini di essere curati da personale che opera in maggiore tranquillità". "Questo provvedimento rappresenta solo un primo passo che va ora completato da un iter legislativo. Ci aspettiamo che a questo grande e importante segnale segua una profonda riforma della responsabilità medica degna di un paese civile".
«Accogliamo con cauta soddisfazione l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del Ddl Delega sulle professioni sanitarie che prevede, tra le altre cose, la limitazione della responsabilità penale alla sola colpa grave – dichiara Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED -. Tuttavia, nel testo che abbiamo visionato è assente la definizione di colpa grave, che sarà qualificata di volta in volta dal giudice. C’è dunque il rischio che, nel concreto, in caso di contenzioso per i medici non cambi nulla: il medico dovrà comunque affrontare un processo e il giudice dovrà stabilire se una certa condotta colposa ha il carattere della gravità, tenendo anche conto della carenza di personale, della limitatezza delle conoscenze scientifiche, della concreta disponibilità di terapie adeguate, delle situazioni di urgenza o emergenza, ecc. Per questo riteniamo fuorviante la definizione di scudo penale: di fatto, non c’è alcuno scudo. La Commissione Nordio, invece, nella sua proposta di riforma della responsabilità professionale, aveva quantomeno tentato di delineare le fattispecie in cui il professionista sanitario è chiamato a rispondere per colpa grave». «Apprezziamo poi la volontà di prevedere incentivi in favore del personale sanitario e la razionalizzazione delle attività amministrative volte all’ottimizzazione dei tempi di lavoro – aggiunge Quici – ma nutriamo delle perplessità in merito all’intenzione di rivedere l’apparato sanzionatorio disciplinare, che nel rapporto di lavoro dipendente è materia di competenza contrattuale, e alla proposta di introdurre forme di lavoro flessibile per gli specializzandi. Su questi temi ci riserviamo di leggere nel dettaglio i decreti legislativi prima di esprimere un parere più articolato».
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