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Tumori del sangue, speranze concrete da immunoterapia e Car-T

Oncologia Redazione DottNet | 20/06/2018 14:01

Nel 2017 in Italia 31.700 nuovi casi

Con l'immunoterapia un importante passo avanti è stato fatto nella cura dei tumori del sangue.    Solo fino a pochi anni fa, l'unico metodo di cura era la chemioterapia, con significativi effetti collaterali. Oggi i nuovi trattamenti sono una speranza concreta per i pazienti colpiti da leucemie, linfomi e mielomi. L'argomento è stato al centro della presentazione, a Roma, della 13ma Giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma che è stata celebrata il 21 giugno. Nel 2017 in Italia sono stati diagnosticati complessivamente 31.700 nuovi casi di tumori ematologici.

"Oggi l'immunoterapia, che stimola le cellule del sistema immunitario a combattere il cancro, rappresenta un'evoluzione nel trattamento della malattia e sta aprendo nuove prospettive", ha detto Sergio Amadori, presidente Ail, Associazione italiana contro leucemie-linfomi e mieloma. Paolo Corradini, direttore del dipartimento di oncologia ed ematologia dell'Università di Milano e direttore della struttura di ematologia fondazione Irccs ha spiegato che "la CAR-T, Chimeric Antigen Receptor T-cell è una tecnologia in grado di riprogrammare i linfociti T in modo che possano combattere il tumore dall'interno. È una terapia cellulare e consiste in un prelievo di linfociti T che vengono poi ingegnerizzati in laboratorio in modo che siano in grado di riconoscere in modo selettivo le cellule malate e trasmettere al linfocita il segnale di distruggerle".

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Il trattamento è ancora in fase sperimentale e finora i principali risultati sono stati raggiunti su pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta, il tumore più frequente in età pediatrica, e da Linfoma diffuso a grandi cellule B.   Buoni risultati - hanno detto gli esperti - sono stati ottenuti nei trattamenti del mieloma multiplo, tanto da determinare un miglioramento di oltre il 50% del tasso di sopravvivenza a 5 anni.  "Oggi sono disponibili gli anticorpi monoclonali che colpiscono specificamente le cellule tumorali e sono già utilizzati nella pratica clinica. Sono in corso di sperimentazione altri anticorpi con doppia specificità o coniugati a tossine. La ricerca in ambito ematologico è molto vivace e sta portando risultati importanti per molti tumori del sangue. Anche per i linfomi ci sono risultati significativi", ha aggiunto Mario Boccadoro, direttore della divisione universitaria di ematologia Città della Salute e della Scienza di Torino.

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