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Studio danese sul Valsartan contaminato rassicura sugli effetti cancerogeni

Farmaci Redazione DottNet | 14/09/2018 10:59

Ma la valutazione è stata fatta solo sul breve periodo

 Il Valsartan contaminato non aumenta il rischio a breve termine di tumore. Lo afferma uno studio danese pubblicato dalla rivista Bmj, iniziato subito dopo la decisione della autorità europee e statunitensi di ritirare il farmaco antipertensivo lo scorso luglio.  Il ritiro è stato deciso per la presenza in alcuni lotti di farmaci contenenti questo principio attivo di una molecola classificata come 'probabilmente cancerogena' dall'Iarc, l'Ndma, e indagini successive hanno stabilito che la contaminazione, dovuta al fornitore di una delle materie prime per fabbricare il principio attivo, potrebbe essere stata presente fin dal 2012.

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Nello studio sono stati analizzati 5150 pazienti che avevano una prescrizione di Valsartan tra il 2012 e il 2018. In media i soggetti studiati avevano assunto il farmaco potenzialmente contaminato per 4,5 anni. "In generale - concludono i ricercatori dell'agenzia danese per il farmaco - la stima suggerisce un aumento trascurabile e non statisticamente significativo del 9% del rischio di tumori. Tuttavia servono studi ulteriori per stimare il rischio a lungo termine".

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