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Sclerosi multipla: in arrivo 53 milioni per le forme progressive

Neurologia Redazione DottNet | 27/10/2018 16:13

E' l'impegno della Progressive MS Alliance, Alleanza per la sclerosi multipla progressiva

Per la lotta alle forme progressive di sclerosi multipla sono in arrivo 53 milioni di euro entro il 2025. È questo l'impegno della Progressive MS Alliance, Alleanza per la sclerosi multipla progressiva, iniziativa globale guidata e finanziata dalle principali Associazioni, che coinvolge i migliori ricercatori del mondo impegnati in questo campo.

Ad annunciarlo il professor Mario Alberto Battaglia, presidente Fism, Federazione italiana sclerosi multipla, nel corso della Msif World Conference, la conferenza mondiale delle persone con sclerosi multipla e delle associazioni, che si è chiusa a Roma il 28 ottobre, organizzata dalla Federazione Internazionale delle Associazioni (Msif) e da Aism, Associazione italiana sclerosi multipla, in occasione delle celebrazioni dei suoi 50 anni.   "Il congresso - ha spiegato Battaglia - è un'occasione per sancire un altro patto nel percorso della Progressive MS Alliance, che ci dovrà portare entro il 2025 ad avere nuovi farmaci per le forme progressive e garantirne l'accesso. Dal 2014 ad oggi l'Alliance ha già stanziato oltre 23 dei 53 milioni di euro da destinare alla ricerca". Le prospettive di avere risultati nel breve e medio termine non sono mai state migliori, come ha ricordato Raj Kapoor dell'University College London Hospitals NHS, National Hospital for Neurology and Neurosurgery di Londra.

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Senza la "piena comprensione dei meccanismi sulla progressione della sclerosi multipla - ha affermato Kapoor - è tuttavia impossibile mettere a punto trattamenti adeguati. Per questo va potenziata la ricerca di base".    "In passato abbiamo 'sparato' sui bersagli sbagliati, credendo che per le forme progressive fossero gli stessi delle forme recidivanti-remittenti per cui avevamo farmaci che funzionavano - ha spiegato Giancarlo Comi, direttore dell'Istituto di Neurologia Sperimentale dell'IRCCS Ospedale San Raffaele - oggi sappiamo che dobbiamo concentrarci su altri meccanismi, focalizzandoci su terapie capaci di penetrare nel sistema nervoso, perché tutto si gioca qui dentro"

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