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Fegato grasso, in arrivo nuove cure

Medicina Interna Redazione DottNet | 18/12/2018 14:43

Una delle sperimentazioni riguarda l'impiego del cenicriviroc, un farmaco di cui si sta valutando la capacità di impedire la progressione della Nash

In un prossimo futuro sarà possibile avere una terapia contro il fegato grasso (la Nash, la Steatosi epatica non alcolica). Infatti, tra il 2019 e il 2021 sarà possibile ottenere risultati di alcuni farmaci ora in sperimentazione. E' quanto emerge dal Congresso sulla Steatosi epatica, Fegato grasso o Nafl (Non alcoholic fatty liver) organizzato all'Università di Milano dal Gis-Nash, il Gruppo italiano di studio della Nash nelle malattie infettive, sotto l'egida della Società italiana di malattie infettive (Simit). "Ci sono vari farmaci che hanno raggiunto la fase di sperimentazione clinica sull'uomo, per alcuni dei quali sono attesi risultati tra il 2019 e il 2021 - dice Massimo Galli, presidente della Simit -. Una delle sperimentazioni più vicine a essere completata riguarda l'impiego del cenicriviroc, un farmaco di cui si sta valutando la capacità di impedire la progressione della Nash attraverso l'inibizione di recettori cellulari implicati nel reclutamento dei macrofagi e nell'attivazione delle cellule stellate del fegato".

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Galli spiega come altri studi stanno "saggiando l'efficacia del selonsertib, un inibitore di un proteina, implicata nell'infiammazione e nell'induzione della fibrosi. Il selonsertib ha dimostrato un effetto favorevole sulla Nash in animali da esperimento". Carlo Filice, docente di Malattie infettive all'Università di Pavia, spiega come secondo gli ultimi dati della letteratura internazionale "circa il 30-40% dei pazienti con Nafl (Non Alcoholic fatty liver) sviluppa una Nash (Non Alcoholic Steato-Hepatitis), con un rischio di progressione verso un quadro di fibrosi che si aggira intorno al 40-50%".  La Nash altro non è che l'infiltrazione grassa del fegato: solitamente l'organo è composto da circa il 5% di grasso. Nella Nafl, invece, la percentuale è superiore. La Nash è, spiega Filice, "la causa principale per trapianto di fegato": quando c'è, infatti "si innescano processi che portano a cirrosi e poi al trapianto". Nel 2020, aggiunge, ci saranno "3 miliardi di persone che soffriranno di questo tipo di dismetabolismo".

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