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Allo studio una banca di 'farmaci cellulari' per combattere i virus

Farmaci Redazione DottNet | 18/02/2019 13:33

Permette di avere terapie salvavita per pazienti oncologici

 Creare una banca di 'farmaci cellulari', ovvero cellule attivate in modo da riconoscere le infezioni e in grado di aiutare i pazienti oncologici a difendersi da virus. Questa la sfida lanciata dalla Fondazione Soleterre, in occasione della Giornata Mondiale Contro il Cancro Infantile con la campagna SMS "Grande contro il Cancro".  La raccolta fondi, attivai fino al 30 aprile al numero 45520, sostiene quest'anno il lavoro dell'Officina Farmaceutica Cell Factory della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, autorizzato dall'Aifa alla produzione di terapie cellulari in grado di combattere le infezioni in bambini con tumore. I pazienti oncologici sono infatti particolarmente vulnerabili perché ricevono chemioterapie o trapianti di midollo che provocano l'abbattimento delle difese immunitarie.

"Quello che facciamo - spiega Patrizia Comoli, direttore della Cell Factory - è prelevare cellule immunitarie da un paziente o da un donatore ed educarle a riconoscere patogeni come il citomegalovirus o il virus della mononucleosi. Quindi attiviamo questi linfociti tramite il contatto con proteine virali, li congeliamo e li banchiamo. Sono così pronti a essere infusi in pazienti con infezioni gravi, che non rispondono alle terapie".  Questo Programma di terapia cellulare, al momento disponibile solo presso la Cell Factory di Pavia, sta ricevendo richieste da ospedali nazionali ed europei: ben 50 solo nel 2017, ma il materiale cellulare bancato non è sufficiente. "Il nostro obiettivo - prosegue l'esperta - è creare una banca vera e propria, in cui centinaia di questi prodotti cellulari prelevati da donatori siano stoccati e pronti all'utilizzo. Questo permetterebbe di avere farmaci salvavita a disposizione in caso di urgenza. Per tale ragione, la Fondazione Soleterre, spiega il presidente Damiano Rizzi, "ha deciso di sostenere il progetto al fine di coprire necessità cliniche che, al momento, possono essere soddisfatte solo in parte".

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