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Molti gli italiani con apnee del sonno, rischi per il cuore

Otorinolaringoiatria Redazione DottNet | 13/03/2019 17:57

E' una condizione morbosa caratterizzata da ripetute interruzioni temporanee della respirazione durante il sonno (apnee) o rallentamenti del flusso aereo nelle late vie respiratorie di almeno il 30%

Sono migliaia gli italiani che soffrono di apnee ostruttive del sonno ma spesso non sanno di avere tale disturbo. Una condizione che implica però rischi di complicanze anche per il cuore. A sottolinearlo è Rosario Cerruto, esperto di disturbi ostruttivi del sonno e responsabile del Servizio di Otorinolaringoiatria del Gruppo INI-Istituto Neurotraumatologico Italiano, ricordando che il 15 marzo ricorre la Giornata mondiale del sonno.   La Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas) colpisce uomini e donne, adulti e bambini, ma la percentuale è più alta per il sesso maschile: 13-14,3% contro il 5-6% di quello femminile. Nella popolazione adulta si supera il 15% per gli over 70, con un valore del 25% intorno agli 80 anni. Oltre l'85% con un quadro clinico di Osas non si è mai sottoposto ad esame.  Un disturbo respiratorio del sonno che, seppur molto comune, può pregiudicare la qualità della vita e avere effetti dannosi per la salute se non diagnosticato in tempo.

"La Sindrome delle apnee ostruttive del sonno è una condizione morbosa caratterizzata da ripetute interruzioni temporanee della respirazione durante il sonno (apnee) o rallentamenti del flusso aereo nelle late vie respiratorie di almeno il 30% - spiega Cerruto -. Negli adulti si parla di Osas quando la frequenza delle apnee è uguale o superiore a 5 ogni ora e ciascun evento ha una durata maggiore di 10 secondi. Nel bambino si ha positività per la patologia già anche con un episodio ogni ora. Le apnee sono causate da ostruzioni complete o parziali delle prime vie aeree durante il sonno, con conseguente ipossia e frammentazione del sonno - prosegue l'esperto -. Questi fattori possono a loro volta determinare l'aumento della coaguabilità del sangue con aumento del rischio di trombosi, l'attivazione del sistema nervoso periferico con una maggiore produzione di adrenalina, l'alterazione della circolazione del sangue, aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Si innescano dunque una serie di meccanismi in grado di generare complicanze anche gravi come ipertensione arteriosa, aritmie, ictus, ischemie". Ma quali sono i primi segnali di allarme? Per gli adulti: stanchezza diurna, emicrania mattutina, affaticamento, sonnolenza, difficoltà di concentrazione; la notte russamento abituale intermittente, sete, bocca secca, senso di soffocamento, sonno disturbato con risvegli improvvisi. Nei bambini, invece, si riscontrano problemi neurocomportamentali, iperattività, difficoltà nell'apprendimento, riduzione dell'attenzione, irritabilità.

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  "In caso di Osas la diagnosi precoce è fondamentale - osserva l'esperto del Gruppo INI -. Se la patologia è ancora in fase di insorgenza la terapia può portare a risultati di guarigione verso le complicanze cardio-cerebrovascolari. L'esame diagnostico, la polisonnografia a domicilio, un monitoraggio cardio-respiratorio, è molto semplice: la sera si applica un apparecchio sul petto del paziente che registra alcuni parametri cardio-respiratori del sonno e il mattino successivo si esegue l'analisi del tracciato registrato. In questo modo si definirà la presenza o meno della patologia, il grado lieve, moderato o severo, e il sospetto di altre malattie polmonari, neurologiche o cardiologiche. Soprattutto si potrà indirizzare il paziente verso il percorso terapeutico migliore".

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In età evolutiva tale sindrome colpisce tra il 2 e il 6% della popolazione, con esordio prevalente tra il secondo e il sesto anno di età

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