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Cannabis e valutazioni scientifiche: intervista con Cannazza

Farmaci Redazione DottNet | 27/03/2019 14:09

Uno dei cinque consulenti dell'Oms chiarisce aspetti medici e scientifici del prodotto

l 24 gennaio 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato l’esito finale delle sue valutazioni scientifiche su prodotti e sostanze a base di Cannabis sativa, in seguito ad un lungo lavoro di review effettuato dal comitato di esperti dell’OMS sugli usi terapeutici e sugli eventuali danni, arrivando a raccomandare alle Nazioni Unite di riclassificare la cannabis.

Ecco che cosa ne pensa il Giuseppe Cannazza, uno dei 5 consulenti scientifici a livello mondiale dell’OMS.

I: “Prof. Cannazza quale è stato il suo contributo in merito a questa decisione?”

C: “La segreteria dell’Expert Commette of Drug Dependence (Ecdd) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha selezionato cinque esperti per la scrittura dei reports riguardanti la letteratura scientifica della cannabis e suoi estratti e del tetraidrocannabinolo e suoi isomeri. Ciascun esperto si sarebbe dovuto occupare rispettivamente dell’aspetto chimico, farmacologico, tossicologico, clinico e epidemiologico, a seconda del suo campo di ricerca. Insieme a due esperti statunitensi, un canadese e un australiano, per l’aspetto chimico sono stato scelto io. Il lavoro di ricerca bibliografica e la successiva scrittura dei reports è stato alquanto lungo e ha impegnato a tempo pieno per diversi mesi sia me che la mia collaboratrice Dott. Cinzia Citti. Sentivamo una grande responsabilità visto che per la prima volta veniva affrontata una revisione scientifica della cannabis dall’OMS, unico organismo che può raccomandare una variazione delle misure di controllo internazionale sulle sostanze d’abuso. I nostri reports sono stati pubblicati sul sito dell’OMS subito prima della riunione dell’ECDD 40th del 4-8giugno a Ginevra. Quindi sono stato nominato “adviser” e invitato a partecipare al meeting dell’ECDD per riportare e spiegare le mie ricerche sulla letteratura in ambito chimico della cannabis al comitato di esperti che avrebbe dovuto decidere se mantenere o cambiare lo stato di controllo internazionale della cannabis e suoi derivati. Un’esperienza estremamente interessante che mi ha permesso di conoscere i meccanismi internazionali di valutazione sia della pericolosità d’abuso delle sostanze ma anche dell’importanza della loro disponibilità a fini medici. In questa occasione ho conosciuto anche i rappresentanti degli altri organi delle UN di controllo delle sostanze stupefacenti come l’International Narcotic Control Board (INCB) e l’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC).

Le raccomandazioni finali dell’ECDD 40th sono state pubblicate a fine luglio 2018 come lettera del Direttore Generale dell’OMS al Segretario Generale delle Nazioni Unite. In questa lettera si raccomandava che il Cannabidiolo (CBD) puro non fosse considerata sostanza d’abuso ed esistevano sufficienti prove scientifiche per avviare un processo di revisione dello stato di controllo internazionale della cannabis e suoi derivati.”

I: “Quali le prospettive per il futuro?”

C: “Nel successivo ECDD 41th meeting tenuto a novembre 2018 gli esperti hanno quindi espresso le loro raccomandazioni pubblicate i primi di febbraio 2019 sempre in una lettera del Direttore Generale dell’OMS al Segretario Generale dell’UN. Le raccomandazioni sono state considerate da molti rivoluzionarie: per la prima volta veniva riconosciuto il valore medico della cannabis. Infatti l’OMS raccomanda di eliminare la cannabis dalla tabella IV della Single Convention del 1961 dove sono incluse quelle sostanze come l’eroina con un forte rischio d’abuso e con scarso se non nullo valore medico. L’appartenenza di una sostanza alla Tabella IV comporta un obbligo da parte dei singoli Stati ad uno stretto controllo nella produzione e commercio della sostanza stessa rendendone così difficile sia l’accesso per scopi medici che di ricerca. La raccomandazione dell’OMS è invece quella di inserire la cannabis nella sola tabella I. Cosa vuol dire? Nella tabella I sono inserite sostanze come la morfina, quindi con un controllo molto stringente della sua produzione e commercio, ma permettendone una facile disponibilità per scopi medici e di ricerca. Questa raccomandazione è in linea con il riconoscimento delle proprietà mediche della cannabis che, anche se controllata per evitare un suo impiego a scopo ricreativo, permette un suo facile accesso ai pazienti bisognosi. Sempre con lo stesso spirito, è stato raccomandato che preparati medici a base di cannabis (es. il sativex) fossero inseriti in tabella III con misure di controllo minime. L’accesso a tali preparati di cannabis sarà estremamente facilitato a scopi medici facilitando sia la prescrizione da parte dei medici che l’acquisto da parte dei pazienti.

È però da sottolineare che queste raccomandazioni non hanno ancora valore giuridico fino a quando non verranno votate dalla Commission of Narcotic Drug (CND) delle UN. La votazione si sarebbe dovuta svolgere al 62nd CND meeting svoltosi lo scorso 18-22 marzo ma tutto è stato rimandato sine die per il troppo poco tempo trascorso tra le raccomandazioni e la loro notifica ai singoli Stati. Vista la grande portata che l’adozione delle raccomandazioni dell’OMS potrebbe comportare con mutamenti sia economici che politici, i singoli Stati hanno espresso la necessità di valutare attentamente le implicazioni di tali raccomandazioni. Quindi durante il 62nd CND meeting è stato votato di rimandare la decisione sull’adozione delle raccomandazioni dell’OMS sulla cannabis ai prossimi meeting. Probabilmente tale votazione avverrà il prossimo marzo 2020 durante il 63nd CND meeting. Se la votazione dei 53 Stati con diritto di voto sarà favorevole allora si avranno gli effetti auspicati delle raccomandazioni dell’OMS sulla cannabis.“

I: “Si evince la possibilità di avere in futuro una specialità medicinale a base di olio Cannabis? Cosa si potrà fare in merito alla standardizzazione a livello nazionale e mondiale dei metodi di preparazione dell’olio di Cannabis, visto che è reperibile sotto forma di preparato galenico?”

C: “Sul primo tema non sono un grande esperto ma posso esprimere delle mie opinioni. Gli interessi economici su specialità medicinali a base di cannabis sono enormi e a mio avviso indipendenti dal processo di revisione della cannabis. Il Sativex è una specialità medicinale già in commercio in Europa e l’Epidiolex lo sarà presto. Penso che la strada più semplice per avere la disponibilità di un olio di cannabis standardizzato sia quella di un “galenico officinale” piuttosto che di una “specialità medicinale”. Se venisse introdotta in una farmacopea di uno Stato membro della UE o meglio nella farmacopea europea, una monografia dell’olio di cannabis con relativa procedura per la sua preparazione, sarebbe semplice per i pazienti accedervi. Infatti i farmacisti potrebbero preparare olio di cannabis standardizzato e conservarlo in farmacia. Il paziente con ricetta medica avrebbe subito il suo olio. Ora l’olio può essere prescritto come “galenico magistrale” cioè il farmacista lo può preparare soltanto dopo aver ricevuto la ricetta medica e singolarmente: una ricetta una preparazione, due ricette due preparazioni ecc. Questa procedura comporta tempi più lunghi, maggior lavoro per il farmacista che si traduce in prezzi più alti per il paziente e ancora più importante una variabilità nella composizione finale dell’olio mancando una procedura standardizzata. Al contrario l’inserimento di una monografia “OLIO DI CANNABIS” nella farmacopea riportante una procedura per la sua preparazione e controllo permetterebbe la disponibilità di una preparazione standardizzata dove i medici conoscerebbero cosa stanno prescrivendo e i pazienti cosa stanno assumendo. Se il medico mi prescrive una tachipirina 500 è ben conscio che sta prescrivendo 500mg di paracetamolo e io sono ben conscio di assumerli. Anche se il Ministero della Salute ha, a mio avviso, giustamente imposto l’analisi dei cannabinoidi in ciascuna preparazione galenica a base di olio di cannabis, attualmente a seconda delle modalità di preparazione la composizione dell’olio è estremamente variabile. Il medico non conosce esattamente cosa prescrive e il paziente non conosce cosa esattamente assume. Tutto questo sarebbe facilmente risolvibile con l’introduzione della monografia nella farmacopea.”

I: “Il fatto che l’OMS espliciti che le preparazioni a base di cannabidiolo puro, con meno 0,2% THC non debbano essere sotto controllo internazionale, significa apertura anche nei confronti del mercato cannabis light?”

C: “Qui bisogna vedere come verrà interpretata questa raccomandazione. Da un punto di vista terminologico la cannabis per la Single Convention 1961 è l’infiorescenza accompagnata dalla resina di qualsiasi varietà della pianta cannabis (‘“Cannabis” means the flowering or fruiting tops of the cannabis plant (excluding the seeds and leaves when not accompanied by the tops) from which the resin has not been extracted, by whatever name they may be designated’. Questo comporta che qualsiasi infiorescenza di cannabis, compresa la canapa industriale, indipendentemente dalla concentrazione di THC sia per la legge internazionale sostanza d’abuso. Le nuove raccomandazioni dell’OMS non modificano il termine “cannabis” inserita in tabella I e quindi non differenziano tra infiorescenza con contenuto inferiore o superiore allo 0.2% di THC. Invece dicono che “preparazioni” a base di cannabis contenenti principalmente CBD e con contenuto inferiore allo 0.2% di THC sono escluse dal controllo. Cosa si intende per preparazione? Una miscela solida o liquida di cannabis. Quindi, a mio avviso, e ripeto non sono un esperto in diritto internazionale, l’infiorescenza come tale indipendentemente dal contenuto in THC sarebbe sostanza sotto controllo. Invece se estratta, tritata o in qualche modo trasformata in una preparazione con contenuto in THC inferiore allo 0.2% non sarebbe sotto controllo. Questo vuol dire che le preparazioni sotto lo 0,2% di THC potrebbero essere commercializzate ma le loro caratteristiche dipenderebbero dalla destinazione della preparazione stessa. Per esempio se tali preparazioni dovessero essere destinate ad un uso farmaceutico per estrazione allora dovrebbero obbedire a tutte le norme riguardanti il materiale vegetale per l’estrazione di principi attivi riportate nelle farmacopee (assenza di aflatossine, contenuto di umidità, assenza di pesticidi, assenza di metalli pesanti ecc. limiti e caratteristiche già riportate nella farmacopea europea). Se destinate ad un utilizzo alimentare allora le preparazioni a base di cannabis dovrebbero seguire tutte le norme in campo alimentare compresa la quantità massima di THC nei singoli alimenti finiti a seconda del loro consumo medio (esempio la normativa tedesca suggerisce un limite massimo di THC nell’olio di 5ppm cioè 5 mg ogni chilogrammo, ben al di sotto dello 0,2% di THC che tradotto in ppm sarebbe 2000 mg ogni chilogrammo).”

I: “Quali sono secondo lei le intenzioni per il futuro in merito al discorso Cannabis?”

C: “Difficili da prevedere. Certamente la ricerca scientifica sulla cannabis sarà estremamente facilitata dalla sua cancellazione dalla tabella IV. Questo porterà ad un maggiore approfondimento delle proprietà farmacologiche sia dei singoli 100 e più cannabinoidi presenti nella cannabis che delle proprietà dovute alla somministrazione contemporanea di diversi cannabinoidi e terpeni, quello che viene chiamato fitocomplesso. Le intenzioni per il futuro saranno fortemente influenzate dall’esito di queste ricerche. I risultati fino ad ora conseguiti sono promettenti ma la ricerca è imprevedibile. Sono da studiare gli effetti collaterali della cannabis e valutare la loro portata. Ripeto: fino ad ora i risultati ottenuti sono promettenti e indicano grandi potenzialità dell’impiego della cannabis e dei suoi preparati per la cura di diverse patologie.”

I: “Questa decisione dell’OMS può influire anche sull’aumento della disponibilità delle infiorescenze?”

C: “Se venisse adottata sicuramente sì. Le motivazioni che hanno spinto l’OMS a suggerire queste raccomandazioni sono appunto la disponibilità medica e di ricerca scientifica. Dirò di più, nel preambolo della Single Convention del 1961 è riportato: “Recognizing that the medical use of narcotic drugs continues to be indispensable for the relief of pain and suffering and that adequate provision must be made to ensure the availability of narcotic drugs for such purposes”.
Inoltre nell’allegato alla lettera delle raccomandazioni è chiaramente riportato: “ cannabis and cannabis resin should be scheduled at a level of control that will prevent harm caused by cannabis use and at the same time will not act as a barrier to access and to research and development of cannabis-related preparation for medical use.”.
Questo implica che la raccomandazione di eliminare la cannabis dalla tabella IV è rivolta principalmente ad un suo più facile accesso per scopi medici riducendone le misure di controllo. Penso che l’obiettivo principale delle raccomandazioni dell’OMS sulla cannabis sia appunto una garanzia per i pazienti nel facilitarne l’impiego.”

I: “Si ipotizza per il futuro una estensione delle patologie ministeriali riconosciute per la cura con la Cannabis medica?”

C: “Fino ad ora le patologie sono limitate principalmente perché mancano prove certe sull’efficacia della cannabis. Sembra un cane che si morde la coda. Per ottenere queste prove serve la ricerca scientifica ma questa era estremamente difficile da condurre a causa dello stretto controllo alla quale era sottoposta la cannabis. Da qui la mancanza delle evidenze per la sua efficacia nelle diverse patologie. Speriamo che queste raccomandazioni dell’OMS vengano adottate e si possa interrompere questo ciclo vizioso permettendo una oggettiva e intensa attività di ricerca scientifica sulla cannabis che fornirà le evidenze necessarie ad estendere le patologie curabili con la cannabis.”

I: “Questa decisione ufficializza anche l’utilizzo della resina come forma farmaceutica (su cui esistevano perplessità di utilizzo) oltre all’olio di cannabis?”

C: “I principali principi attivi della cannabis, cannabinoidi e terpeni, sono presenti nei tricomi ghiandolari maggiormente concentrati sull’infiorescenza della cannabis stessa. In realtà il restante materiale vegetale che costituisce l’infiorescenza potrebbe essere considerato un diluente dei principi attivi stessi. Quindi la resina, i tricomi ghiandolari, della cannabis non sono altro che un concentrato dei principi attivi. L’impiego della resina avrebbe il vantaggio di essere un concentrato di cannabinoidi e terpeni, una sorta di infiorescenza con percentuali in cannabinoidi e terpeni più elevate. Questo potrebbe essere un vantaggio in alcune condizioni ma anche uno svantaggio perché richiederebbe una maggiore accuratezza nel dosaggio. In ogni modo le raccomandazioni dell’OMS non riguardano l’ufficializzazione delle diverse forme farmaceutiche bensì il loro controllo come sostanze stupefacenti.”

I: “Questo provvedimento darà la possibilità di ricevere finanziamenti sulle attività di ricerca in merito alla Cannabis?”

C: “Il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione il 13 febbraio 2019 in cui si chiede chiaramente una definizione legale a livello europeo della cannabis medica, che la ricerca e l’innovazione sulla cannabis medica siano potenziate e adeguatamente finanziate. Questa risoluzione è in linea con le precedenti raccomandazioni dell’OMS sulla cannabis. Quindi le raccomandazioni hanno già in qualche modo contribuito, almeno a livello europeo, a incentivare la ricerca sulla cannabis. Si spera che questa risoluzione si concretizzi al più presto vista l’urgenza della ricerca scientifica sulla cannabis medica al fine di trovare quelle evidenze scientifiche necessarie a capire se sia efficace nella cura delle diverse patologie per le quali le numerose prove aneddotiche hanno già suggerito la sua efficacia terapeutica.”

fonte: infiorescienza

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