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Manovra: stop agli studi dentistici con titolari non medici

Odontoiatria Redazione DottNet | 20/11/2019 18:53

Emendamento M5s, solo società con professionisti iscritti a albo. Centri odontoiatrici, 17mila posti di lavoro a rischio

Dal 2022, gli studi odontoiatrici potranno essere solo società tra professionisti iscritti all'Albo, escludendo dal settore tutte le strutture organizzate con altre modalità (ad esempio Spa e Srl e catene odontoiatriche) in cui attualmente i proprietari possono anche non essere medici iscritti all'Albo. Lo prevede un emendamento alla manovra (prima firma Endrizzi, con Dell'Olio, Puglia, Pirro) depositato in commissione Bilancio del Senato. Così, avverte l'associazione Centri Odontoiatrici (Ancod), "si mettono a rischio 17mila posti di lavoro nel settore". "A partire dal 1 gennaio 2022 - si legge nell'emendamento - l'esercizio dell'attività odontoiatrica in forma societaria è consentito esclusivamente ai modelli societari che assumono la veste e forma di società tra professionisti iscritte al relativo Albo professionale". 

 E' "molto grave che si possa proporre o considerare ammissibile l'emendamento presentato in Commissione Bilancio al Senato alla Legge di Bilancio 2020 che potrebbe eliminare il segmento delle società in odontoiatria, mettendo a rischio 17.000 posti di lavoro e un settore che si rivolge anche alle fasce più deboli". Lo afferma l'Associazione Nazionale dei Centri Odontoiatrici (Ancod). L'emendamento proposto a prima firma dall'on. Endrizzi (M5S), "prevede che possano operare esclusivamente le StP (Società tra Professionisti), escludendo dal settore odontoiatrico tutte le strutture organizzate con altre modalità (ad esempio Spa e Srl): Tali strutture oggi impiegano oltre 17.000 persone in Italia, qualora l'emendamento passasse si creerebbe un nuovo caso occupazionale in un momento in cui l'Italia è già interessata da altre gravi emergenze-lavoro", avverte l'Ancod.

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  "Siamo scioccati - afferma il presidente Ancod Michel Cohen - che possa accadere, nelle more della Legge di Bilancio, che passi per esclusivo interesse degli studi professionali gestiti da singoli dentisti un provvedimento incostituzionale, chiaramente contrario alla libertà d'impresa, alla libera concorrenza, ma soprattutto senza alcun senso perché sono proprio i gruppi organizzati dell'odontoiatria a offrire soluzioni di qualità alle fasce più deboli, oggi non coperte dai Livelli Essenziali di Assistenza. Riteniamo che il Governo debba coerentemente rendere inammissibili le proposte presentate alla Legge di Bilancio 2020 che mirano non soltanto ad inasprire il quadro normativo di riferimento, ma, addirittura, a chiudere completamente il mercato alle società operanti nel settore odontoiatrico, che rappresentano l'8% del mercato odontoiatrico italiano. Tali norme sono infatti gravemente lesive di un sano sviluppo moderno dell'odontoiatria in Italia". Inoltre, conclude, "siamo stufi di essere additati come odontoiatria low cost, visto che i gruppi organizzati hanno un prezzo medio nel mercato e offrono eccellenti standard di qualità e di materiali e attrezzature, cosa che non si può dire per tutti gli studi dentistici tradizionali".

Infine da segnalare un emendamento che prevede un contributo di 500 euro annui per rendere accessibili le cure odontoiatriche alle fasce di popolazione più deboli, ovvero con un reddito Isee "pari o inferiore a 25.000 euro" e con "particolare attenzione ai minori, alle famiglie monoreddito con figli, alle famiglie numerose, agli anziani". Lo prevede un emendamento alla manovra (prima firma Endrizzi, insieme a Dell'Olio, Puglia, Pirro) depositato in commissione Bilancio del Senato.

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