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Smi: stop al rapporto tra politica e nomine nella sanità

Sindacato Redazione DottNet | 11/02/2020 17:30

Occorre continuare a legiferare prevedendo misure sempre più efficaci in tema di anticorruzione e trasparenza

La strada della meritocrazia è importante sia per diffondere buone pratiche, sia per scoraggiare comportamenti non corretti nella pubblica amministrazione. A spiegarlo è lo Smi, Sindacato Medici Italiani, in occasione di un'audizione in Senato, in merito al Ddl 638 riguardante la dirigenza sanitaria. "Riteniamo corretto- evidenzia Pina Onotri, segretario generale Smi- un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, che deve essere formata non sulla base di logiche politiche o partitiche, ma secondo la competenza ed il merito".

"Separare il rapporto dannoso e condizionante fra politica e sanità - aggiunge Fabiola Fini, Vice Segretario Generale dello Smi - prevedendo nuovi criteri di nomina della governance ospedaliera, contenuti nel Ddl 638 'Modifiche al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171, in materia di dirigenza sanitaria' ci trova d'accordo". Il Ddl, secondo lo Smi "prevedendo un albo unico nazionale per i commissari, che dovranno valutare in maniera oggettiva i candidati, stabilisce una misura giusta verso l'affermazione dei criteri meritocratici nella scelta dei dirigenti delle strutture sanitarie".

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"È importante - sottolinea Onotri - che all'albo nazionale sia demandata la valutazione dei direttori generali, di quelli sanitari, amministrativi e dei servizi socio-sanitari e non più alle scelte dei partiti politici". Le incompatibilità "devono essere sempre ben demarcate. Il Ddl 638 stabilisce un criterio condivisibile e cioè che non possono essere nominati coloro che hanno ricoperto l'incarico di direttore generale per due volte presso la medesima azienda sanitaria locale, la medesima azienda ospedaliera o il medesimo ente del Servizio sanitario nazionale". "C'è bisogno - è la conclusione - di continuare a legiferare prevedendo misure sempre più efficaci in tema di anticorruzione e trasparenza in sanità. In questo senso è auspicabile una collaborazione istituzionale con l'Anac nella formazione dell'albo nazionale dei commissari".

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