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Ecco le nuove terapie intensive. Pregliasco, sono un salvavita

Anestesia e Rianimazione Redazione DottNet | 30/05/2020 16:05

'Non smantellarle'. Sileri, 'Fiera Milano potrebbe non servire'

Da oggi l'Ospedale Sacco di Milano ha un nuovo padiglione dedicato alla terapia intensiva, un passo avanti per la regione martoriata dal Coronavirus. Ma nonostante l'estremo bisogno dei mesi scorsi di ulteriori posti letto nei reparti ad alta intensità, da più parti si sono levate le polemiche, specialmente per i costi dell'Ospedale alla Fiera di Milano ritenuto "poco usato e con pochissimi pazienti".  Polemiche non condivise da quei medici che tra febbraio e marzo si sono visti arrivare centinaia di pazienti al giorno che se non fossero stati intubati non ce l'avrebbero fatta.  Sulle strutture Covid che adesso piano piano cominciano a diventare meno affollate infettivologi e virologi non hanno dubbi: devono restare aperte perché non si sa come si comporterà in futuro il virus.

"Nel caso peggiore in cui si dovesse avere una seconda ondata di Coronavirus in autunno, più posti in terapia intensiva sono una garanzia. È come per l'airbag, ci si augura che non debba mai entrare in funzione, ma è meglio che ci sia perché è un salvavita", ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco. "Con l'arrivo dei mesi autunnali - ha aggiunto - il virus si nasconderà nelle forme influenzali, nuovi focolai sono possibili, gli scenari di rischio elaborati dagli esperti sono chiari. Avere strutture già pronte all'uso è davvero importante".  Attualmente i posti letto in terapia intensiva, anche mobili, sono circa 9.000. Nel periodo pre-covid erano 5.000.  Dall'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine parla Carlo Tascini, direttore di Malattie infettive e già primario delle urgenze di malattie infettive al Cotugno di Napoli: "Abbiamo imparato la lezione, ci siamo trovati davanti a una pandemia che non ci si aspettava, si sono aggiunti posti letto in terapia intensiva in tutte le regioni. Adesso, anche se ci saranno più posti vuoti - ed è meglio così - bisogna restare in stand by e non smantellarle. Ora dobbiamo aspettare e vedere quale sarà l'andamento del virus".

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E ha aggiunto: "A meno che il virus non diventi meno aggressivo non è impossibile che ci sia una nuova ondata di Sars-CoV2. Il rafforzamento delle terapie intensive è importante, le strutture devono restare, se non serviranno per il Covid, saranno usate per altro".   Proprio sull'Ospedale alla Fiera di Milano è intervenuto il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, in particolare sulla questione dei parametri previsti dal decreto del ministero per gli ospedali Covid e se deve essere chiuso: "Se continuiamo così non serve quella terapia intensiva, è evidente", ha detto.   "Quando è stato realizzato è stata una scelta locale. Ora c'è la polemica perché è stato poco usato e con pochissimi pazienti.   Quello che accadrà nessuno potrà saperlo, il trend di oggi non è quello di un mese fa quando è stato pensato" ha aggiunto. E ha concluso: "La Regione ha un ruolo predominante su quello che succederà. Io immagino che i canoni scritti nel decreto li rispetti. Lasciamolo dire ai tecnici del ministero". 

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