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Coronavirus: nei casi più gravi manca l'interferone

Infettivologia Redazione DottNet | 28/09/2020 12:16

Studio australiano rivela che alcune persone che contraggono il virus producono anticorpi in grado di sopprimere un insieme di proteine "cruciali"

Ricercatori australiani hanno contribuito a scoprire perché il Covid-19 può essere letale uccidendo persone altrimenti sane, ma anche risparmiarne altre.    Due studi condotti dal Garvan Institute of Medical Research di Sydney mostrano che alcune persone che contraggono il virus producono anticorpi che sopprimono un insieme di proteine "cruciali" che a loro volta proteggono l'organismo dai virus. I due studi mostrano che la carenza delle proteine dette interferoni (IFN) di tipo 1 è comune nei pazienti di coronavirus che contraggono una forma grave della malattia.  Il primo studio mette in luce "il ruolo cruciale degli interferoni di tipo 1 nell'immunità protettiva contro il SARS-CoV2", scrive il responsabile dello studio, l'immunologo Stuart Tangye, direttore del Laboratorio malattie infiammatorie dell'Istituto.

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Lo studio indica che il 10,2% di 987 pazienti con polmonite potenzialmente fatale aveva nel sangue gli auto-anticorpi contro gli IFN di tipo 1, che prendevano di mira e neutralizzavano le proteine chiave.  "Questi risultati rivelano che gli IFN di tipo 1 sono un requisito centrale per una forte immunità contro le infezioni da SARS-CoV2 e Covid-19", aggiunge Tangye. "E sollevano la possibilità di esplorare nuovi potenziali trattamenti, come diluire gli effetti degli auto-anticorpi, o infondere IFN di tipo 1 come agenti antivirali".   Il secondo studio ha identificato un gruppo di persone le cui cellule immunitarie non potevano produrre le proteine in risposta al virus, a causa di una mutazione genetica. Lo studio includeva 659 pazienti che avevano contratto Covid-19 potenzialmente fatale e ha trovato che il 3,5% aveva varianti genetiche che prevenivano l'abilità del sistema immunitario di produrre IFN di tipo 1 o di reagire a essi.

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