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Iss: aumenta il rischio di morte per Covid tra gli over 80 non vaccinati

Infettivologia Redazione DottNet | 20/11/2022 18:53

Il rischio per i non vaccinati è dieci volte superiore rispetto a chi ha fatto la quarta dose. Per il Gimbe, i contagi sono sottostimati

Un tasso di mortalità di quasi 10 volte più alto negli over 80 non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la 4/a dose del vaccino anti-Covid da meno di quattro mesi. Ma anche un aumento, rispetto alla scorsa settimana, della percentuale di casi tra i più giovani che è passata dall'8,4% al 9,2% per la fascia scolare.

Mentre le reinfezioni superano quota 20% e salgono dal 17,7% di una settimana fa. Questo il quadro dell'andamento Covid in Italia contenuto nell'ultimo Report esteso dell'Istituto superiore di sanità. I nuovi casi in Italia, secondo i dati forniti ieri dal bollettino settimanale del ministero della Salute, sono 208.361 nel periodo 11-17 novembre con una variazione di +15% rispetto ai sette giorni precedenti (n.181.197); 533 morti con una variazione di -2,9% sulla settimana precedente (549) e 1.193.523 tamponi con una variazione di +2,9% rispetto a 7 giorni fa (n.1.159.602). Con un tasso di positività del 17,5% (+1,9%) rispetto alla settimana prima.

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Un lieve aumento dei contagi nell'ultima settimana, rileva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta che, per il grande uso dei tamponi 'fai da te' "è largamente sottostimato". In base poi alle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l'epidemia di Covid-19 in Italia registra un aumento di casi e ricoveri ordinari a livello nazionale, saliti, rispettivamente, dal 10% al 12,5% e dal 10% all'11%; in 11 regioni, inoltre, l'occupazione dei reparti ordinari è in crescita.

Ma, dice Sebastiani, i dati Agenas necessari per calcolare le percentuali di occupazione "non sono stati più resi pubblici dal 29 ottobre". E, dice Cartabellotta, bisogna "essere pronti". "Abbiamo una copertura con le quarti dosi ancora bassa, meno di un quarto della popolazione a rischio. Se vi dovesse essere, ci auguriamo di no, un'importante ripresa della circolazione virale questo, è ovvio, potrebbe creare problemi di sovraccarico ospedaliero''. E sulle somministrazioni dei vaccini, nel suo Report esteso, l'Iss rileva che solo lo 0,9% della popolazione ha ricevuto la terza dose da meno di quattro mesi.

Il 15% della popolazione con età compresa fra 60-79 anni ha ricevuto la 2/a dose booster (4/a dose) da meno di 120 giorni mentre solo il 2,3% l'ha ricevuta da oltre 120 giorni. La popolazione over 80 con la 2/a dose booster entro e da oltre 120 giorni si attesta rispettivamente al 16% e al 21,4%. Per quanto riguarda l'efficacia del vaccino e l'impatto su ricoveri e decessi negli over 80 il tasso di mortalità per i non vaccinati è 6 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster e rispettivamente nove volte e mezzo e cinque volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni e da oltre 120.

Per le intensive (30 settembre-30 ottobre) ricoveri sei volte più alti rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e 10 e 5 volte più alti rispetto ai vaccinati con 2/a dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni. Nella fascia 60-79 anni, per i non vaccinati la mortalità (23/09-23/10) risulta tre volte più alta rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster e tre volte e mezzo rispetto ai vaccinati con 2/a dose booster da meno di quattro mesi. Parlano infine di una fase epidemica "assolutamente nuova in cui il virus, pur persistendo, va verso una fase di endemizzazione" gli esperti del board internazionale che si è insediato all'Inmi Lazzaro Spallanzani di Roma. Un team, composto dai maggiori esperti sulla pandemia e sulle malattie infettive, promosso dal dg Francesco Vaia e coordinato da Guido Silvestri, attualmente pro-rettore alla Emory University di Atlanta.

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