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Incompatibilità Rh madre-feto, a Parma una terapia innovativa

Ginecologia Redazione DottNet | 21/12/2022 18:34

Soli: "Mediante la plasmaferesi abbiamo rimosso gli anticorpi nocivi dal sangue della madre e somministrato immunoglobuline per rafforzare la barriera agli anticorpi"

Una terapia innovativa e adottata per la prima volta in Italia dall'Ostetricia e dal Centro trasfusionale dell'azienda ospedaliera di Parma ha permesso di superare il rischio di anemia di un feto, che derivava dalla forte incompatibilità del fattore Rh del sangue materno e di quello del bambino.     La donna, con Rh negativo, alla sua seconda gravidanza, aveva in grembo un feto con Rh positivo e un'altissima presenza di anticorpi anti Rh, con conseguente possibilità di aborto o morte in utero.   "Questi anticorpi anti Rh della madre come già successo nella prima gravidanza - spiega Tullio Ghi, direttore della struttura complessa di Ostetricia e ginecologia - avrebbero attraversato la placenta e causato inevitabilmente un'anemia fetale grave.

   Avevamo prospettato alla coppia il ricorso a trasfusioni fetali in utero ripetute appena questa fosse comparsa".  Dopo un confronto con i pochi esperti al mondo, per evitare procedure invasive sul feto, è stata invece elaborata una terapia personalizzata sottoposta alla donna una volta a settimana dalla 16ma di gestazione: "Mediante la plasmaferesi - illustra Maurizio Soli, direttore del Centro trasfusionale - abbiamo rimosso gli anticorpi nocivi dal sangue della madre e somministrato immunoglobuline per rafforzare la barriera agli anticorpi".

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La risposta è andata oltre le aspettative: il feto in salute fino a oltre l'ottavo mese di gravidanza, il parto programmato, nessuna trasfusione necessaria e a distanza di oltre due mesi dalla nascita, il neonato gode di ottima salute.   "Contiamo di riproporre questa strategia in casi del genere anche nel prossimo futuro", sottolinea Chi. Si complimenta l'Assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini: "L'intervento certifica la qualità di una sanità pubblica in grado di gestire problematiche complesse grazie al valore della ricerca applicata alla clinica".

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