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Medici in servizio fino a 72 anni: la maggioranza ci riprova col Milleproroghe

Professione Redazione DottNet | 20/01/2023 18:48

Tra gli emendamenti l'implementazione del piano oncologico e la proroga dei contratti del personale reclutato durante l'emergenza Covid

Ci sono novità nel decreto Milleproroghe la cui approvazione è in corso al Senato. Alcuni temi riguardano in particolare salute e sanità, come l'isituzione di un fondo - previsto per il 2023 e 2024 - destinato all'implementazione del Piano Oncologico nazionale 2022-2027 con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni. E non solo: torna in ballo la possibilità, fino al 31 dicembre 2026, di trattenere in servizio il personale medico del Ssn e i docenti universitari in medicina e chirurgia fino al settantaduesimo anno di età. E, altro punto rilevante destinato a contenere il problema della carenza di personale medico, è l'estensione della proroga dei contratti a tutto il personale Ssn assunto durante l'emergenza Covid per tutto il 2023.

Come si ricorderà durante l'esame della manovra fu ritenuta inammissibile la proposta di mantenere in servizio i medici fino al compimento del settantaduesimo anno di età, ma adesso diversi emendamenti della maggioranza, contenuti appunto nel Milleproroghe, tornano a chiedere che, al fine di far fronte alle esigenze del Servizio sanitario nazionale e di garantire i livelli essenziali di assistenza, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, fino al 31 dicembre 2026, possano trattenere in servizio il personale medico del Servizio sanitario nazionale, dipendente o convenzionato e i docenti universitari in medicina e chirurgia, in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza, fino al compimento del settantaduesimo anno di età.

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La proposta avanzata in Manovra lo scorso autunno - poi respinta - prevedeva che "a decorrere dal 1° gennaio 2023 e sino al 31 dicembre 2026, il limite di età per il collocamento di ufficio a riposo è elevato su base volontaria alla data di compimento del settantaduesimo anno di età per il personale medico, dipendente o convenzionato, del Servizio sanitario nazionale". In pratica si sarebbe allungata per chi lo avesse voluto, la possibilità di restare a lavoro sia per gli ospedalieri che per i medici di famiglia. Questa possibilità veniva "estesa anche al personale medico in servizio presso strutture private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, e ai docenti universitari di medicina e chirurgia. Per restare a lavoro fino a 72 anni d’età "l'istanza di prosecuzione di rapporto di lavoro» dovrà essere presentata al datore di lavoro, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge da chi abbia, alla stessa data, compiuto il sessantanovesimo anno di età ed entro novanta giorni dalla data di compimento del ses-santanovesimo anno di età qualora questa sia antecedente al 31 dicembre 2025". L'inziativa era stata bollata dai sindacati definendola una "toppa peggio del buco» che rischia di limitare l’accesso e la carriera dei giovani e di non bloccare il fenomeno delle cooperative con i medici “comprati” a gettone". Vedremo adesso se il provvedimento riuscirà a passare.

Infine un altro'emendamento estende a tutto il 2023 la proroga dei contratti del personale delle professioni sanitarie, inclusi gli specializzandi iscritti all'ultimo e al penultimo anno di corso delle scuole di specializzazione, reclutati durante l'emergenza Covid.

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