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Medicina, 54 mila iscritti al nuovo semestre filtro. Quasi la metà degli studenti passerà

Professione Redazione DottNet | 28/07/2025 19:45

Chi non verrà ammesso al secondo semestre potrà proseguire gli studi nel cosiddetto «corso affine», indicato al momento della doppia iscrizione

Sono 54.313 i giovani che hanno scelto di iscriversi al nuovo semestre aperto di Medicina, introdotto dalla riforma voluta dalla ministra Anna Maria Bernini. A partire da quest’anno, l’accesso alla laurea in Medicina e Chirurgia – che rimane a numero chiuso – prevede un percorso propedeutico della durata di tre mesi. Durante questo periodo, i futuri medici seguiranno lezioni universitarie, prevalentemente online o in modalità mista («blended»), con una parte in presenza.

Questa formula è il risultato di un compromesso legato alla carenza di aule e docenti disponibili per tutti. Al termine del semestre, gli iscritti affronteranno una prova nazionale identica per tutti gli atenei, che determinerà chi potrà proseguire nel percorso di studi. La selezione, dunque, non avverrà più con il tradizionale test di settembre, ma sarà posticipata a dicembre, con le graduatorie che verranno pubblicate a gennaio.

Posti disponibili: possibile l’ammissione per un candidato su due

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Lo scorso anno i posti disponibili erano poco meno di 21.000. Quest’anno, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha chiesto agli atenei di aumentarli di tremila unità, portandoli a quasi 24.000. Se le università riterranno adeguati i 50 milioni di euro messi a disposizione dal Mur per sostenere la riforma, quasi uno studente su due potrebbe ottenere l’ammissione.

Il messaggio della ministra agli studenti

«Studiare Medicina non è solo una scelta professionale. È una scelta di responsabilità, empatia e coraggio. È un atto d’amore verso la vita, con tutte le sue fragilità». Così la ministra Bernini si è rivolta in una lettera aperta ai 54.313 iscritti al semestre aperto in Medicina e Chirurgia, ai 4.473 di Odontoiatria e protesi dentaria e ai 6.039 di Medicina veterinaria. «Siete protagonisti di un cambiamento epocale, che abbandona il vecchio test d’ingresso – ha scritto la ministra –. Non si tratta di un semplice dettaglio tecnico, ma di un vero cambio di paradigma. Si passa dalla selezione alla formazione, dal quiz a crocette all’impegno per valorizzare il talento. L’università torna a essere quello che dev’essere: una palestra di crescita, non un muro da superare». E ha concluso: «Sarete in tanti. Ma se servirà un’aula in più, si aprirà. Se ci sarà bisogno di corsi aggiuntivi nel pomeriggio, verranno attivati. Le università stanno rispondendo con entusiasmo e senso di responsabilità. E noi, come Ministero, ci siamo. Lo scorso anno abbiamo stanziato 25 milioni per l’edilizia universitaria, e nel 2025 il fondo raddoppierà a 50 milioni».

I contenuti del semestre aperto

Il semestre aperto inizierà il 1° settembre e prevede tre insegnamenti fondamentali: Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia. Ogni materia assegnerà sei crediti formativi universitari (CFU), per un totale complessivo di 18 CFU. Al termine del percorso, gli studenti dovranno sostenere tre esami, uguali in tutta Italia e somministrati nello stesso giorno, secondo un modello centralizzato. Sono previsti due appelli: il primo il 20 novembre 2025, il secondo il 10 dicembre. Ogni esame sarà composto da 31 domande: 15 a risposta multipla (con cinque opzioni di risposta, di cui solo una corretta) e 16 domande a completamento. Per ogni prova gli studenti avranno 45 minuti di tempo. I risultati dei tre esami contribuiranno alla formazione della graduatoria nazionale, che verrà pubblicata il 12 gennaio 2026. I voti saranno espressi in trentesimi, con possibilità di ottenere la lode. Per entrare in graduatoria sarà necessario ottenere almeno 18/30 in ciascuna prova: in pratica, occorre superare tutti gli esami.

Cosa succede a chi non passa: i corsi affini

Chi non verrà ammesso al secondo semestre potrà proseguire gli studi nel cosiddetto «corso affine», indicato al momento della doppia iscrizione (la seconda gratuita). La riforma, infatti, prevede che ogni studente scelga un corso “paracadute” nel caso non superi le prove di Medicina. I corsi affini includono Biotecnologie, Scienze Biologiche, Farmacia, Zoologia e solo alcuni corsi delle Professioni Sanitarie (anch’essi a numero chiuso), purché abbiano un rapporto tra iscritti e posti disponibili inferiore a 0,9. Ad esempio, Infermieristica è considerata affine, mentre Fisioterapia no.

I punteggi conseguiti nei singoli esami saranno validi per la formazione della graduatoria nazionale. Il voto sarà espresso in trentesimi con la possibilità anche della lode. Il punteggio minimo per poter accedere alla graduatoria nazionale non dovrà essere inferiore a 18/30 in ogni singola prova. In sostanza gli studenti dovranno essere promossi in ogni esame. Gli studenti non ammessi al secondo semestre, che hanno ottenuto in ciascun esame un voto non inferiore a 18/30, possono proseguire nel corso affine scelto con il riconoscimento di tutti i CFU conseguiti.

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