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Telemedicina, svolta ufficiale: entra stabilmente nel Servizio Sanitario Nazionale. I vantaggi per medici epazienti e come funziona

Sanità pubblica Redazione DottNet | 10/09/2025 18:31

Il nuovo decreto definisce regole operative, governance, sicurezza e servizi minimi da garantire in modo uniforme su tutto il territorio. Agenas avrà un ruolo centrale nel coordinamento nazionale

Con il via libera definitivo della Conferenza Stato-Regioni, la telemedicina diventa parte integrante e strutturale del Servizio Sanitario Nazionale. Dopo anni di sperimentazioni locali e iniziative frammentate, arriva dunque un quadro normativo che la inserisce a pieno titolo tra i servizi sanitari garantiti ai cittadini.

Il decreto, frutto della collaborazione tra Ministero della Salute, Ministero dell’Economia e Presidenza del Consiglio, definisce regole e governance della nuova infrastruttura digitale, ponendo le basi per una gestione uniforme e sicura dei dati clinici. L’entrata in vigore scatterà il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Prestazioni uniformi in tutta Italia

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L’obiettivo principale è assicurare pari opportunità di accesso alle cure digitali, indipendentemente dalla Regione di residenza. La norma stabilisce un pacchetto minimo di servizi da rendere disponibili su scala nazionale: televisita, teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza, con possibilità di seconda opinione e supporto ai caregiver. Tutti gli esiti confluiranno nel nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, garantendo continuità assistenziale e condivisione dei dati tra professionisti e pazienti. Saranno invece le Regioni a occuparsi delle proprie infrastrutture territoriali, assicurando interoperabilità con la piattaforma nazionale.

Agenas al centro del sistema

Il coordinamento a livello centrale sarà affidato ad Agenas, chiamata a gestire lo scambio dati con l’Ecosistema Dati Sanitari e con il Fascicolo Elettronico. Il Ministero della Salute manterrà funzioni di indirizzo e controllo, mentre l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale vigilerà sugli aspetti di sicurezza. Per la protezione dei dati sensibili si applicano le regole del GDPR e del Codice privacy, con sistemi di autenticazione avanzata (SPID, CIE, TS-CNS), crittografia, tracciamento degli accessi e obbligo di segnalazione immediata in caso di violazioni.

Strumento anche di governance e programmazione

La piattaforma non sarà solo uno strumento clinico, ma anche di governo sanitario. Attraverso la raccolta e l’analisi dei dati sarà infatti possibile pianificare i servizi, valutare l’impatto delle tecnologie sanitarie (HTA), monitorare le performance e orientare le scelte di politica pubblica.
Dal 2026 Agenas riceverà fondi strutturali per la gestione: 12,5 milioni di euro nel primo anno e 25 milioni annui a partire dal 2027, senza ulteriori costi per la finanza pubblica.

Un cambio di paradigma per pazienti e operatori

Con la telemedicina operativa su scala nazionale, si apre un nuovo scenario per il sistema sanitario: medici, infermieri e operatori potranno seguire i pazienti a distanza, riducendo spostamenti e alleggerendo il carico sulle strutture fisiche, con particolare beneficio per chi vive in zone interne o meno servite. Si tratta di un passaggio cruciale verso un modello sanitario digitale, più vicino ai bisogni della popolazione e centrato sulla persona. Ora la sfida sarà trasformare questa cornice normativa in un servizio realmente fruibile ed efficace per cittadini e professionisti.

Ecco li schema

Le Regioni richiedono, inoltre, al “Ministero della Salute di fornire un quadro completo dei fabbisogni finanziari in modo da chiarire le linee progettuali ammesse al finanziamento, ribadendo l’impegno ad assicurare la rapida attuazione degli interventi previsti, in coerenza con quanto previsto dalla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di cui la telemedicina rappresenta uno dei pilastri”.

Struttura e governance La titolarità della Piattaforma nazionale è affidata ad Agenas, che coordinerà lo scambio dei dati con il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e con gli strumenti dell’Ecosistema Dati Sanitari (EDS). Le Regioni e le Province autonome mantengono invece la titolarità delle infrastrutture regionali. Il decreto chiarisce anche il ruolo del Ministero della Salute, chiamato a garantire programmazione e monitoraggio, e quello dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) per gli aspetti di sicurezza.

Prestazioni e servizi Il provvedimento disciplina l’erogazione dei servizi minimi di telemedicina – televisita, teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza – che dovranno essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Le IRT renderanno disponibili agli operatori sanitari e ai cittadini i dati generati dalle prestazioni, integrandoli nel FSE 2.0. Sono previste anche funzioni specifiche per la seconda opinione e per il supporto ai caregiver.

Protezione dei dati e sicurezza Il decreto recepisce le norme del GDPR e del Codice privacy, prevedendo registrazione delle operazioni, tracciabilità e audit costanti. Viene confermata l’adozione di sistemi avanzati di cifratura, protocolli di autenticazione (SPID, CIE, TS-CNS) e monitoraggio continuo degli accessi. Ogni incidente di sicurezza dovrà essere notificato tempestivamente.

Finalità di governo e HTA Oltre a consentire l’erogazione delle prestazioni, la PNT sarà strumento di governo del sistema sanitario. Attraverso l’EDS sarà possibile l’estrazione di dati per programmare e valutare i servizi, compreso il monitoraggio dell’Health Technology Assessment dei dispositivi medici. Agenas avrà il compito di predisporre report periodici per verificare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR.

Risorse e sostenibilità Dal 2026 le risorse necessarie per la gestione della PNT saranno stabilmente allocate ad Agenas, con un finanziamento di 12,5 milioni di euro annui nel 2026 e 25 milioni dal 2027, senza nuovi oneri per la finanza pubblica.

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