Ancora pochi i dati. Bene invece la musicoterapia per alcuni sintomi
Gli integratori alimentari a base di Ginko biloba, Omega-3 o vitamina E vengono spesso venduti come rimedi per migliorare la memoria e le funzioni cerebrali, ma in realtà, nonostante qualche studio abbia mostrato degli effetti positivi sulla prevenzione del declino delle funzioni cognitive associato a demenza e Alzheimer, non ci sono ancora prove scientifiche sufficienti a sostegno di questa tesi. Lo evidenzia la newsletter Clinical Digest, curata dal National Center for Complementary and Integrative Health (Nccih) americano.
Non ci sono infatti dati conclusivi sull'efficacia del ginko biloba nel prevenire o rallentare demenza e declino cognitivo, così come per i supplementi a base di acidi grassi omega 3, vitamina E, curcumina, ginseng asiatico ed estratti di uva. Si sono invece rivelate promettenti, nel trattare alcuni sintomi collegati alla demenza, come agitazione e depressione, e nell'alleviare lo stress delle persone che assistono questi malati, la musicoterapia e l'immaginazione mentale. I programmi di riduzione dello stress basati sulla mindfulness si sono inoltre mostrati più utili per i caregiver rispetto ai programmi di supporto ed educativi o dal prendersi semplicemente una pausa. Il ricorso alle terapie complementari, evidenziano gli esperti del Nccih, non deve essere una ragione per ritardare una visita del medico e parlargli della propria perdita di memoria.
Non bisogna dimenticare che alcune malattie e problemi medici, come depressione, reazioni ai farmaci, problemi alla tiroide, fegato o reni, possono danneggiarla. Inoltre, alcune terapie complementari possono interagire con i farmaci, provocando gravi effetti collaterali. Perciò, conclude la newsletter, è bene parlarne prima con il proprio medico.
fonte: ansa
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