Canali Minisiti ECM

Scoperte le cellule frena-grasso, possibile arma anti-obesità

Medicina Interna Redazione DottNet | 22/06/2018 10:04

In futuro potrebbero aiutare a controllare l'invecchiamento

Scoperte le cellule 'frena-grasso': sono state chiamate Areg (adipogenesis-regulatory cells) e si trovano dentro lo stesso tessuto adiposo. Le descrive sulla rivista Nature il gruppo guidato da Gianni Soldati, della Fondazione svizzera sulle cellule staminali, insieme a Bart Deplancke, del Politecnico di Losanna, e Christian Wolfrum, del Politecnico di Zurigo. Finora è risultato sempre difficile per i ricercatori avere un'idea chiara dell'identità e delle proprietà delle cellule del tessuto adiposo perché questo, oltre agli adipociti e alle cellule del sangue, comprende le cellule staminali mesenchimali, difficili da distinguere con le tecniche tradizionali. "La novità del nostro studio è che, grazie a una tecnica innovativa ad alta risoluzione, abbiamo potuto analizzare nei topi una larga popolazione di cellule osservando, una cellula per volta, la loro espressione genica", ha detto all'ANSA Soldati.

I ricercatori sono riusciti in questo modo a individuare diverse popolazioni di cellule, ottenendo così il primo ritratto dettagliato delle cellule del tessuto adiposo. Tra queste hanno trovato le cellule Areg, "capaci di frenare la generazione di nuovo tessuto adiposo. Nello stesso tessuto adiposo - ha proseguito Soldati - c'è dunque un 'freno' che ne blocca la formazione. E queste cellule ci sono sia nei topi che nell'uomo". Le implicazioni di questa scoperta possono essere importanti per il controllo dell'obesità e del diabete. "In futuro ad esempio - ha osservato il ricercatore - da un semplice prelievo di tessuto adiposo si potrebbe quantificare la predisposizione all'obesità di una persona in base alla presenza più o meno numerosa di queste cellule". Controllare la formazione delle cellule grasse "è importante non solo per migliorare la salute del metabolismo - aggiunge Deplancke - ma per rallentare l'invecchiamento, visto che queste cellule si accumulano in diversi tessuti, come quelli muscolari e del midollo osseo, influendo in modo negativo sulle loro funzioni".

pubblicità

fonte: ansa

Commenti

I Correlati

La riduzione del rischio di MACE è stata raggiunta indipendentemente dal livello di peso basale, dall'indice di massa corporea (BMI), dalla circonferenza vita e dal rapporto vita/altezza

Lancet, con il cambiamento climatico a rischio progressi per la salute

Uno studio italiano condotto su 18.000 persone ha dimostrato che la presenza di bassi livelli di albumina è associata alla mortalità per cancro e malattie cardiovascolari negli individui di età pari o superiore ai 65 anni

Variante forse legata al funzionamento dell'ipotalamo

Ti potrebbero interessare

Lancet, con il cambiamento climatico a rischio progressi per la salute

Uno studio italiano condotto su 18.000 persone ha dimostrato che la presenza di bassi livelli di albumina è associata alla mortalità per cancro e malattie cardiovascolari negli individui di età pari o superiore ai 65 anni

Variante forse legata al funzionamento dell'ipotalamo

Greco (S.I.d.R.): “Prevenzione decisiva a supporto di genetica e stili di vita”

Ultime News

Pubblicate sull’European Journal of Cancer le raccomandazioni stilate da esperti provenienti da 5 continenti e da società scientifiche internazionali

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Radiologi e clinici del Policlinico Gemelli hanno ideato un metodo per 'taggare' con una piccola spirale metallica (microcoil) queste lesioni

Di natura infiammatoria cronica e progressiva, è provocata da un “corto circuito” del sistema immunitario. Interessa l’esofago causandone il restringimento. La sua principale conseguenza è che diventa difficile, a volte impossibile, la deglutizione