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Boom di e-cig fra giovani, gli Usa valutano il divieto

Sanità pubblica Redazione DottNet | 12/09/2018 21:07

Le vendite sono balzate lo scorso anno

Una vera e propria epidemia. Non usa mezzi termini la Food and Drug Administration (Fda) nel descrivere il boom nell'uso delle sigarette elettroniche tra i teenager americani. Una situazione che crea preoccupazione e allarme sociale e che l'amministrazione Usa e' decisa ad affrontare con le buone o con le cattive: fino al divieto assoluto di vendita delle e-cigarette. Quello inviato dalla Fda ai principali produttori, dopo mesi di indagini, e' un chiaro ultimatum: o in 60 giorni si mette a punto un piano per riportare la situazione sotto controllo e trovare il modo per evitare che i vaporizzatori arrivino nelle mani dei minori oppure scatterà la stretta, e tali prodotti potrebbero essere banditi dagli scaffali di negozi e supermercati. Non solo: le autorità federali hanno anche inviato una lettera a 1.100 rivenditori mettendoli in guardia dal vendere e-cig ai più giovani, pena multe salatissime e altri tipi di gravi sanzioni.

Questo vale sia per i piccoli rivenditori al dettaglio sia per i gruppi della grande distribuzione come Walgreens o Walmart. Intanto è già scattata una prima ondata di contravvenzioni per 131 esercizi commerciali. Del resto a motivare la linea dura ci sono i numeri: secondo gli ultimi dati sono oltre due milioni i ragazzi di scuole medie e superiori che in America 'svapano' mettendo a rischio la loro salute, con un impressionante balzo del 75% rispetto al 2017. Una situazione - sottolinea la Fda - di "proporzioni epidemiche". E se il vaporizzatore elettronico viene visto come uno strumento utile per i fumatori adulti, per indurli ad abbandonare il più dannoso pacchetto di sigarette, cresce la preoccupazione per la dipendenza creata nei più giovani.

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Dipendenza dovuta alla nicotina contenuta nei vari liquidi aromatizzati al mentolo piuttosto che al mango o al cetriolo. Nel mirino innanzitutto il gruppo che produce e-cigarette più popolare, Juul, che domina il mercato americano controllandone una fetta del 72%, con un giro di affari da 16 miliardi di dollari. Gli altri produttori interessati dall'ordine della Fda sono RJR,, Altria, Imperial e Logic. Il rischio, se non si adegueranno all'ordinanza, e' quello di incorrere anche in azioni civili e penali da parte delle autorità federali. Ogni anno in America, secondo gli ultimi dati ufficiali, ci sono 480 mila morti legati alle sigarette. L'obiettivo della stretta della Fda, come hanno spiegato i suoi vertici, è che la e-cig da buon deterrente contro il fumo tradizionale non diventi un nuovo grave problema per la salute degli americani.

Nel mondo 35 milioni di persone usano un qualche tipo di sigaretta elettronica: da quelle con liquidi alla nicotina al tabacco che 'non brucia', che piacciono al 2% degli europei e a circa il 4% degli italiani, ma ci sono pesi come l'Australia che le hanno già vietate, e addirittura chi 'svapa' in Thailandia rischia l'arresto. Le diverse posizioni dei legislatori sulle e-cig riflettono quelle dei ricercatori, con gli studi e rapporti pubblicati che non sono concordi sui possibili benefici dal loro uso in sostituzione delle sigarette. L'unico tra i paesi occidentali ad aver dato un via libera incondizionato alle e-cig, ha rilevato uno studio presentato all'ultima edizione del Global Nicotine Forum, dove sono state date anche le stime sull&rsquoutilozzo, è la Gran Bretagna, le cui autorità sanitarie lo scorso febbraio hanno pubblicato un rapporto molto favorevole all'uso. Secondo Public Health England, la principale agenzia sanitaria pubblica, le sigarette elettroniche comportano un rischio per la salute molto minore rispetto a quelle tradizionali, e attraverso questi dispositivi potrebbero smettere almeno 20mila persone l'anno nel paese.

Secondo l'agenzia inoltre è improbabile che i dispositivi avvicinino al fumo dei giovani che altrimenti non avrebbero fumato. Meno 'entusiasta', ma sempre positivo è il parere espresso in un report simile delle National Academies of Sciences, Engineering and Medicine statunitensi, pubblicato lo scorso gennaio, secondo cui "l'uso delle e cig appare meno rischioso del tabacco da combustione, anche se gli effetti a lungo termine non sono ancora noti". Tra i detrattori delle sigarette elettroniche invece c'è l'Istituto Superiore di Sanità, secondo cui non vi sono ancora sufficienti evidenze scientifiche per affermare che possano servire a smettere, e le sostanze contenute nei liquidi potrebbero invece avere effetti tossici. Diversi studi pubblicati di recente hanno inoltre confutato anche l'innocuità dei dispositivi. Per una ricerca pubblicata poche settimane fa sull'American Journal of Preventive Medicine, ad esempio, chi usa e cig tutti i giorni ha un rischio doppio di attacco cardiaco rispetto a chi non fuma. Per un'altra ricerca pubblicata sul British Medical Journal inoltre i vapori delle e cig danneggiano alcune cellule 'protettive' dei polmoni. Un altro studio recente, presentato al meeting della American Chemical society, ha invece trovato che il vapore a lungo termine modifica il Dna delle cellule del cavo orale.

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