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Italia ammonita dall'Ue anche sulle vaccinazioni

Sanità pubblica Redazione DottNet | 23/11/2018 09:41

Non crei gap con l'Ue, aiuta gli euroscettici. Commissario Salute, 'stop alle fake news'. Record casi di morbillo

L'Italia non crei un divario con i paesi Ue in tema di vaccinazioni, ''aiuterebbe solo a far crescere l'euroscetticismo''. Torna d'attualita' il tema della obbligatorieta' delle vaccinazioni che fino a poche settimane fa ha creato, oltre che scientifico, anche un acceso dibattito politico in Italia. A rilanciarlo e' il commissario Ue alla salute, il cardiologo lituano Vytenis Andriukaitis, in occasione della presentazione del rapporto Ue-Ocse sui sistemi sanitari. "Se fossi un membro del governo italiano il mio approccio sarebbe questo: per favore non create un gap tra Bruxelles e l'Italia" sui vaccini. Perché "è ora giunto il momento di una semplice domanda alla società: se volete affidarvi alle fake news e a teorie fuorvianti o siete pronti a salvare le vite dei bambini". Da quest'ultimo emergono infatti due dati chiave: primo, che l'Italia resta il Paese Ue con il numero record di casi di morbillo, ben 4.032 tra maggio 2017 e maggio 2018. A seguire ci sono infatti, con quasi metà di persone contagiate, Grecia (2.752), Francia (2.436) e Romania (2.127).

Secondo, che la copertura vaccinale sul morbillo, dopo essere crollata all'85% nel periodo 2010-2016, è risalita di +7% arrivando al 92%, con l'introduzione delle vaccinazioni obbligatorie nel 2017. "Noi dobbiamo andare nella direzione di una posizione razionale per raggiungere l'obiettivo comune di un'Europa senza morbillo entro il 2020, fissato dall'Oms", ha spiegato Andriukaitis. Ora è quindi giunto il momento di passare da "dibatti inutili" ad "azioni" concrete, perché è in gioco la salute pubblica, non solo in Italia ma in tutta Europa, perché virus e malattie, come sottolinea lo stesso rapporto Ue-Ocse, "non si fermano al confine". Il 10% delle infezioni, infatti, sono state contratte o in viaggio o tramite persone in visita, e ad ammalarsi sono stati per il 45% persone dai 15 anni in su non vaccinate. Ma, soprattutto, bambini di età inferiore all'anno, che non avevano ancora potuto essere vaccinati perché troppo piccoli, e per cui i rischi sono altissimi.

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È quindi, ha ammonito il medico lituano, "una discussione artificiale" quella tra obbligo vaccinale e vaccinazioni volontarie sviluppatasi in Italia, perché "la questione principale è la copertura" vaccinale. Se questa c'è in Olanda senza l'obbligo ben venga la volontarietà, ma se crolla l'immunità di gregge e allora si rende necessario l'obbligo, è con questo che si deve procedere. In ogni caso "spetta agli immunologi, non ai politici decidere quale metodo sia il migliore", ha ribadito Andriukaitis. Si tratta infatti di "responsabilità comune" per la salute dei bambini di tutta Europa, e l'Ue resta "pronta ad aiutare l'Italia a raggiungere un livello elevato di copertura vaccinale", ha detto Andriukaitis, "è questo il segnale" che va dato "ai genitori italiani", perché "vedere il contrario è strano e crea euroscetticismo".

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