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Tumore al seno, piccole dosi di tamoxifene -52% di rischio recidive

Oncologia Redazione DottNet | 04/06/2019 17:21

Effetto massimo in non fumatrici. Valido anche per la prevenzione

 'Baby-dosi' del farmaco tamoxifene, tra le terapie maggiormente utilizzate per il trattamento del tumore al seno, sono in grado di ridurre l'insorgenza di recidive del 52%: l'approccio ribattezzato come 'baby-tam' - ovvero dosi di tamoxifene ridotte, dai 20 milligrammi standard e 5 milligrammi - ha dunque dimostrato la stessa efficacia del farmaco somministrato a dosi piene ma con effetti collaterali minimi. E ad ottenere il massimo beneficio sono soprattutto alcune categorie di donne come le non fumatrici. Sono i risultati presentati al Congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco) da Andrea De Censi, direttore Oncologia medica dell'Ospedale Galliera di Genova e professore di Oncologia alla Queen Mary University di Londra, sulla base di uno studio condotto da 14 centri italiani su 500 donne e finanziato dal ministero della Salute e dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).

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Lo studio, spiega De Censi, "ha dimostrato che per il tumore al seno localizzato in situ, circa il 30% di tutti i tumori al seno, dosi di tamoxifene ridotte di 4 volte, da 20 a 5 milligrammi, riducono il rischio recidive del 52% e il tumore all'altra mammella del 75%. Il farmaco ha dunque un effetto pieno anche a dosi ridotte, ma risparmiano gli effetti collaterali". Ora, sottolinea, "presentiamo all'Asco anche le nuove evidenze su quali siano le pazienti che ottengono il massimo effetto dal baby-tam: nelle donne in menopausa, tra le quali la riduzione delle recidive è del 69%; nelle non fumatrici, tra le quali è del 65%, e nelle donne con vampate di calore prima del trattamento tra le quali l'efficacia è dell'89%". Ma tale farmaco, sottolinea, "è anche indicato a fini di prevenzione nelle donne ad alto rischio, come quelle con storia familiare di cancro al seno o particolari mutazioni geniche, ma oggi solo il 5-10% lo utilizza proprio per timore degli effetti collaterali. L'obiettivo, con il baby-tam, è anche incentivare tale terapia e fini preventivi". Questo farmaco "ha un costo ridotto, ma potrebbe prevenire migliaia di casi di tumore al seno. Per questo - afferma - chiederemo all'Agenzia del farmaco l'autorizzazione per l'uso del tamoxifene a dosaggio ridotto".

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