Le foto di visi ritoccate avrebbero un effetto negativo su chi le guarda, al contrario di quelle non modificate dai filtri
Niente più filtri fotografici che simulano l' esito di un intervento di chirurgia plastica su Instagram. Una decisione motivata dal fatto che i filtri che modificano i tratti del volto possono avere effetti negativi sulla percezione di sé. "Sono in aumento, negli ultimi anni, le pubblicazioni medico scientifiche che indagano l' effetto dei social network sulle persone: un fenomeno nuovo, con un impatto ampio e ancora non del tutto esplorato. Le conseguenze non interessano solo i chirurghi plastici, ma anche dermatologi, dentisti, nutrizionisti e anche urologi", commenta il chirurgo plastico Raffaele Rauso, vice presidente della Fime (Federazione italiana medici estetici) e docente all' Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
Uno studio australiano di quest' anno pubblicato, su Body Image, sembra confermare che le foto di visi ritoccate abbiano un effetto negativo su chi le guarda, al contrario di quelle non modificate dai filtri. Non solo: uno studio statunitense del settembre 2019 ha rilevato che i social media influenzano la decisione di sottoporsi all' intervento di aumento del seno. "I social stanno avendo conseguenze sempre più rilevanti su diversi aspetti della vita quotidiana, inclusi quelli estetici - commenta Rauso - Uno dei rischi è che le persone, soprattutto giovani, possano sopravvalutare i propri difetti guardando immagini di visi e corpi perfetti e ritoccati con i filtri".
"D' altra parte - aggiunge - i social possono anche spingere le persone a migliorarsi o a correggere parti di sé che non piacciono, consentendo ai pazienti di informarsi e di avere un ruolo attivo nelle scelte. Uno studio di qualche settimana fa dimostra come i social stiano rivoluzionando l' approccio alla medicina: oggi con pochi click i pazienti possono avere accesso a ogni tipo informazione e possono condividere difficoltà ed esperienze con persone che hanno lo stesso problema. Sempre più importante in questo scenario è identificare i professionisti validi, verificandone le qualifiche".
Un altro studio, pubblicato su 'Aesthetic Surgery Journal', "aveva rilevato che negli Stati Uniti e in Canada solo il 17,8% dei post di Instagram sulla chirurgia plastica è riconducibile a professionisti certificati, per il resto abbondano medici senza preparazioni specifiche. Il problema vero non sono tanto i social network, che di fatto sono un mezzo di promozione, quanto accertarsi che chi si propone per certi interventi abbia una preparazione adeguata: i social sono un modo conveniente, pratico e veloce per conoscere come lavorano i chirurghi e le procedure che eseguono - afferma Rauso- La maggioranza dei pazienti prima di entrare in studio, ha già acquisito informazioni sui siti e social: l' importante è cercare le notizie giuste, controllando titoli e qualifiche, senza fidarsi di qualche bella immagine. Quello che sembra troppo bello per essere vero, molto spesso non lo è". Ma come può un paziente verificare i titoli di un medico ed il suo percorso formativo?
"Basta controllare sul portale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, dove sono riportati i titoli che i medici hanno conseguito nel loro iter formativo. E poi fate domande ai medici senza timore: se vi siete rivolti a un professionista serio, non avrà alcun problema a rispondere", conclude Rauso.
L’uso del tessuto adiposo come prodotto di riempimento in chirurgia plastica è antico, già dalla fine dell’800 sono riportate in letteratura esperienze cliniche di reimpianto e sono stati pubblicati negli ultimi decenni numerosi studi internazionali
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