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Recordati: settemila malattie rare ma meno del 10% ha la terapia

Malattie Rare Redazione DottNet | 29/10/2019 18:34

"In Europa si contano più di 30 milioni di persone malate che insieme esprimono un grande bisogno insoddisfatto"

"Attualmente sono conosciute più di 7 mila malattie rare, ma ad oggi esistono trattamenti solo per meno del 10% di queste". Lo sottolinea Andrea Recordati, amministratore delegato dell' omonimo gruppo farmaceutico, all' ospedale dei bambini Buzzi di Milano durante l' inaugurazione di un padiglione intitolato al fratello Giovanni, scomparso nel 2016. Nell' occasione il manager ricorda che "il gruppo Recordati opera nel settore delle patologie rare in tutto il mondo attraverso una società dedicata, la Recordati Rare Diseases, proprio per il principio secondo il quale ogni persona affetta da una malattia rara ha diritto al miglior trattamento possibile".

L' azienda, che fa ora capo al fondo britannico Cvc attraverso Fimei Spa, holding della famiglia Recordati, ha registrato nel 2018 ricavi per 1.352,2 milioni di euro e conta 4.142 dipendenti. "Di questi, oltre 200 si occupano di Ricerca e Sviluppo", precisa l' Ad.

Parallelamente all' espansione geografica in Europa, nelle Americhe e in Giappone, la società ha scelto dunque di puntare sulle "moltissime malattie rare per le quali i fondi a disposizione per la ricerca e le relative cure sono minori", osserva il manager. "Anche nostro fratello Giovanni, come nostro padre Arrigo - spiega - credeva fortemente nell' importanza della ricerca. Ed è grazie a lui che non solo il gruppo è cresciuto e si è consolidato, ma ha perseguito la strada dello sviluppo nel settore delle malattie rare. Una strada che noi abbiamo continuato a percorrere dopo la sua prematura scomparsa".  "Una malattia rara non solo è sovente mortale o gravemente invalidante, ma affligge secondo la definizione europea meno di 5 abitanti su 10 mila, oppure secondo quella americana meno di 200 mila persone negli Stati Uniti", evidenzia Recordati.

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"Il numero dei pazienti colpiti da una patologia rara è" dunque "così piccolo che spesso accade che una malattia rara non venga 'adottata' da una industria farmaceutica, fatto dal quale deriva la dizione farmaci 'orfani'". Complessivamente, però, "in Europa si contano più di 30 milioni di persone malate" che insieme esprimono un grande bisogno insoddisfatto. "Di solito sono malattie di origine genetica che possono colpire pazienti di qualsiasi età, sesso, etnia e coinvolgere ogni tipo di specializzazione medica. Ma a soffrirne sono spesso neonati, bambini e giovani", quelli che il gruppo farmaceutico ha voluto aiutare investendo 2 milioni di euro nel Buzzi.

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