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Servizi ospedalieri e visite: ecco le linee guida per la ripresa

Sanità pubblica Redazione DottNet | 04/06/2020 18:48

Sono state 11 milioni le prestazioni specialistiche ambulatoriali rinviate nel periodo del lockdown

Occorre recuperare 11 milioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali rinviate nel periodo del lockdown. Un allarme lanciato in un incontro di un Advisory Board costituito da Senior Italia FederAnziani con il vice presidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo. "In questo periodo di emergenza coronavirus - ha detto Antonio Magi, Segretario Generale Sumai Assoprof, Sindacato unico di medicina ambulatoriale italiana e professionalità dell'area sanitaria - a livello ambulatoriale abbiamo sospeso 11 milioni di prestazioni specialistiche che ora vanno recuperate.

Intanto arrivano dal Ministero della Salute le “Linee di indirizzo per la progressiva riattivazione delle attività programmate considerate differibili in corso di emergenza da Covid-19” (clicca qui per scaricare il testo completo). Queste fanno seguito alle circolari emanate nei mesi scorsi dal Ministero con cui venivano indicate le prestazioni da sospendere per l'emergenza Covid, come riporta QS. Le linee di indirizzo del ministero sono finalizzate alla riattivazione in sicurezza dei servizi socio-sanitari ridotti o sospesi a causa dell’emergenza ed al progressivo ripristino della totalità dei Livelli essenziali di assistenza. Le indicazioni contenute nel documento per evitare la diffusione del virus Sars- CoV2 sono prevalentemente di carattere organizzativo e riguardano tutte le attività sanitarie, pubbliche (istituzionali e libero professionali), private, accreditate e non accreditate.

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Misure generali di prevenzione
Le misure di prevenzione che possono essere assunte al fine di minimizzare e ridurre la diffusione del Virus SARS-CoV2 nelle strutture sanitarie in seguito alla progressiva riattivazione delle attività programmate, sono:
1. Controllo e regolamentazione degli accessi
2. Definizione di percorsi separati e controllo dei flussi
3. Protocolli e procedure
- Osservanza di misure di prevenzione e protezione
- Osservanza di misure igieniche
 
Riattivazione delle attività ambulatoriali
La riattivazione delle attività delle prestazioni specialistiche - si spiega nel documento - potrà prevedere un approccio progressivo, con riprogrammazione scaglionata delle prestazioni in base alla classe di priorità D (Differibile) e P (Programmata), come definite dal Piano nazionale liste d'attesa 2019-2021, e di tutte le attività ambulatoriali eventualmente differite a causa dell’emergenza da Covid-19, con particolare riferimento al ripristino di tutte le attività connesse agli screening oncologici. Si spiega poi che dovrà essere opportunamente valutata l’eventuale modalità di esecuzione di specifiche prestazioni ambulatoriali che possono generare aerosol. E per il personale sanitario si raccomanda il "rigoroso rispetto delle procedure di prevenzione e controllo delle infezioni" in generale e delle infezioni respiratorie in particolare (precauzioni standard, via aerea, da droplets e da contatto).
 
Riattivazione delle attività di ricovero programmato
Anche in questo caso la riattivazione dei ricoveri elettivi potrà prevedere un approccio progressivo, con riprogrammazione scaglionata in base alla classe di priorità dei ricoveri afferenti alle classi B, C e D (come definite dal Piano nazionale linee guida 2019-2021) ed alla valutazione del rapporto rischio-beneficio in relazione allo stato clinico del singolo paziente.Viene raccomanda l’adozione, da parte dei pazienti, di misure di riduzione dei contatti sociali o anche di isolamento domiciliare nelle due settimane antecedenti il ricovero, allo scopo di giungervi in condizioni di maggiore sicurezza dal punto di vista infettivologico. E, per il personale sanitario, si raccomanda il rigoroso rispetto delle procedure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie in particolare (precauzioni standard, via aerea, da droplets e da contatto).

"Se dovessimo fare un conteggio tenendo conto del distanziamento necessario arriveremmo a 16 milioni. Vanno aggiunte anche quelle già in lista d'attesa. Occorre aumentare il numero degli specialisti ma anche inserire giovani e specializzandi che possano ridare vigore all'Ssn, risolvendo i danni creati da questo blocco delle visite", aggiunge Magi. "E' necessario - per Roberto Messina, Presidente di FederAnziani - ottimizzare le procedure, ad esempio per ottenere nelle farmacie di prossimità i farmaci oncologici o delocalizzare alcune terapie a domicilio. E avere personale dedicato alla routine per gestire il paziente cronico.     Il ritardo accumulato è grave: pensiamo solo che ogni anno 50mila persone su 500mila visitate hanno una diagnosi di diabete. Il 3-4% di queste nuove diagnosi non ha avuto accesso alle cure. Pensiamo agli interventi chirurgici saltati. E poi c'è il problema della carenza dei Dpi non ancora risolto: riguarda sia i medici che i pazienti, sia nelle visite specialistiche che dal medico di famiglia". "Si è detto falsamente - ha invece sottolineato Castaldo - che l'Italia non vuole il Mes perché non vuole investire nel comparto sanitario: le nostre critiche riguardano il framework di questo strumento e in particolare la confermata applicazione di due articoli che aprono la strada al rischio di manovre correttive verso i Paesi nella fase di rientro, interventi che potrebbero impattare sui settori più critici della spesa corrente proprio come il sistema sanitario. Una mela avvelenata alla quale preferiamo altri strumenti ben più ambiziosi e flessibili come il Next Generation Eu"

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